«Lezioni a scuola,
così non si può»

Trasporti pubblici, scuole d’infanzia e aule: sono troppe le difficoltà per l’inizio a settembre

Il prossimo non è un anno scolastico qualsiasi: viene dopo oltre tre mesi di chiusura delle scuole, in cui gli studenti sono stati costretti a restare a casa lavorando con la didattica a distanza. Ma se le Linee guida dettate dal ministero dell’Istruzione non cambiano, sarà un inizio d’anno ancor più drammatico: impossibile assicurare lezioni in presenza.

Non ha dubbi Elio Moretti, presidente della Provincia, che, con largo anticipo a due mesi dello squillo della prima campanella del 14 settembre, chiede una “regia” a livello regionale, «perché non si può pensare che tutta l’organizzazione sia lasciata ancora una volta all’estro organizzativo dei presidi ed alle competenze degli enti locali, sempre più subissati da incombenze normative, ristrettezze economiche e di personale».

Prese carta e penna ieri Moretti ha scritto al presidente della Regione Attilio Fontana, a Vittorio Poma, presidente dell’Unione delle province lombarde e al presidente di Anci Lombardia Marco Guerra, elencando, una dopo l’altra le criticità: dal trasporto scolastico con la carenza di mezzi agli spazi da adeguare entro il primo settembre, dall’organizzazione delle attività didattiche alla conciliazione famiglia-lavoro qualora si ritorni alla Dad, al destino delle scuole paritarie, oltre al rischio che all’asilo, se si tornasse in presenza, si possa andare solo la mattina per carenza di personale docente. Ma anche di personale Ata, indispensabile per sanificare palestre, laboratori, spazi comuni.

«Ho voluto interessare gli enti superiori di quelle che sono le criticità emerse nel corso della conferenza di servizi con tutti i presidi della provincia - dichiara Moretti -, affinché si possa coniugare il diritto allo studio dei ragazzi, le imposizioni normative sovra ordinate e la conciliazione dell’organizzazione delle famiglie col lavoro».

Ma non sembra esserci via d’uscita: «O vi è una rivisitazione delle disposizioni normative sovra locali o altrimenti non sarà possibile riprendere le lezioni in presenza. Gli scenari che si prospettano si declineranno in base allo sviluppo dell’epidemia».

Prima criticità, quella del trasporto scolastico, in una provincia che si estende per circa 230 chilometri est-ovest, costellata di valli laterali: «Il trasporto pubblico locale su gomma costituisce un elemento importante per i ragazzi delle superiori - premette Moretti nella missiva -. Anche per le scuole di primo grado, a partire dalle materne, da parte dei Comuni viene organizzato il trasporto scolastico per garantire il diritto allo studio». C’è anche il trasporto su rotaia, «con i problemi che già si evidenziano in via ordinaria per posti a sedere ed orari». Considerate le normative stringenti anti-covid «diventerebbe impossibile alle condizioni attuali garantire il diritto all’istruzione».

Altrettanto impossibile «reperire una doppia flotta di mezzi o raddoppiare il numero di corse sfaldandone gli orari», ammesso che si abbiano le risorse economiche.

Poi ci sono le aule, da adeguare garantendo il distanziamento di almeno un metro tra uno studente e l’altro: «In alcuni istituti si sta provvedendo all’abbattimento di pareti o all’ampliamento di aule - garantisce Moretti -, ma questo non è sempre possibile poiché gli spazi sono già strettamente contingentati» e anche perché le normative in vigore in materia di sicurezza, antincendio e annessi, «non permetteranno di arrivare ai primi di settembre con gli spazi idonei»

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