L’estate che verrà
La Valmalenco
pensa a ripartire

Le strategie del Consorzio della Valmalenco «Non dobbiamo smettere di comunicare i nostri valori e le relazione con chi già ci conosce»

In un momento delicatissimo per il turismo, il Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco si impegna ancor di più per creare relazioni con i clienti. Il Covid-19 sta è una cataclisma non solo per la salute di tutti noi ma anche per l’economia del nostro Paese; e quello turistico è tra i settori maggiormente colpiti.

Siamo ancora in piena emergenza, nessuno sa dire con certezza quando potremo tornare serenamente alle nostre abitudini, ciononostante gli operatori turistici della Valtellina stanno già pensando alla ripartenza, anche perché non manca moltissimo alla stagione estiva; non si può stare con le mani in mano e, nonostante tutto, occorre programmare l’estate che verrà, sperando che per allora la situazione possa tornare alla normalità.

«Oggi più che mai emozioni e fiducia come strategia», è il motto del direttore Roberto Pinna per il quale «comunicare e mantenere viva la vita di un’area turistica allinea percezioni e aspettative nelle persone, che sono fondamentali per generare fiducia nei confronti dei servizi e conseguentemente del territorio»

La rete di contatti, clienti e tour operator va salvaguardata, il Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco è consapevole del particolare momento che stiamo vivendo e «si è preso l’impegno di mantenere una comunicazione attiva e disponibile – sottolinea il presidente del sodalizio, Dario Ruttico –, un attività che costruisce e vuole rafforzare, soprattutto in questo periodo, la disponibilità dell’azienda con lo scopo di mantenere una reale volontà nel creare una forte catena tra e nel territorio».

Oltre ad una gestione nel mantenimento dei servizi primari, che in questo periodo è maggiormente compito del cosiddetto “back office”, «il consorzio ha attivato un vero e proprio piano di “trade marketing” - prosegue Pinna -: acquisire un nuovo cliente è molto più costoso che mantenerne uno esistente. C’è chi sostiene che il costo sia dieci volte più alto, altri pensano addirittura fino a venti volte di più». «Fidelizzare vuol dire indurre gli utenti a tornare, a scegliere di nuovo il nostro territorio, ma è una strategia che non deve dipendere solo da azioni che fanno leva esclusivamente sulla componente commerciale - conclude il direttore del consorzio -. Il pilastro di un legame è innanzitutto l’aspetto emozionale: creare relazioni vuol dire instaurare rapporti di comprensione reciproca basata sui sentimenti».

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