L’emergenza siccità, chiuso il nuovo accordo con i gestori idroelettrici

Il punto Accolto l’invito della Regione Lombardia Sei milioni di metri cubi al giorno d’acqua per il lago «Utilizzare al meglio la poca risorsa idrica disponibile»

«Il continuo e quotidiano lavoro che stiamo portando avanti con il presidente Attilio Fontana ci ha consentito di chiudere il quarto accordo con i gestori idroelettrici».

Lo ha comunicato ieri Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni. Si tratta di circa 6 milioni di metri cubi al giorno in arrivo al lago di Como fino al 25 di luglio. Questi i quantitativi che gli idroelettrici hanno annunciato di mettere a disposizione.

Il primo accordo

Dopo il primo accordo del 16 giugno (per 4 milioni di metri cubi al giorno), rinnovato il 27 giugno e poi integrato fino a 5,7 milioni l’8 luglio, ora si arriverà a 6 milioni medi di metri cubi al giorno fino a lunedì 25 luglio.

Nel lasso di tempo che parte da giugno per arrivare alla fine di luglio i gestori idroelettrici italiani nel bacino dell’Adda-Mera avranno turbinato verso il lago di Como un totale di 225 milioni di metri cubi d’acqua.

Di fatto dalla giornata di ieri e fino al 25 luglio saranno turbinati altri 60 milioni di metri cubi e si cercherà di farli arrivare a lago, spiega la Regione, nel modo più continuo possibile, compatibilmente con l’organizzazione dei gestori, le esigenze della rete elettrica nazionale e le capacità tecniche delle turbine.

Gli operatori hanno quindi accettato l’invito della Regione Lombardia a un ulteriore sforzo che ha come obiettivo quello di garantire la prima irrigazione, il primo raccolto e altezze accettabili del lago di Como. E tutto ciò per fronteggiare una situazione di grave crisi idrica che necessariamente comporta sacrifici per tutte le parti coinvolte.

Il senso di responsabilità dei singoli attori (agricoltori, portatori d’interessi del lago consorzi di bonifica, regolatori e operatori idroelettrici), aggiungono dagli uffici del Pirellone, «ha fino ad ora consentito di utilizzare al meglio la poca risorsa idrica disponibile».

«Abbiamo iniziato a giugno - spiega Sertori - una stagione irrigua con il 38% dell’acqua di cui normalmente dispone il sistema lombardo (neve+invasi+laghi, ndr). E quest’anno la pochissima neve che è caduta nell’inverno a giugno si era già tutta sciolta. Mi spiego meglio: è come affrontare le spese di un mese con il 38% dello stipendio, non è detto ce la si faccia e se si riesce avviene con enormi sacrifici».

Gli operatori idroelettrici hanno confermato i quantitativi accordati sia sul bacino dell’Oglio e anche sui fiumi Chiese e Serio. «L’attività di monitoraggio, coordinamento della Regione - aggiunge - proseguirà considerato che al momento il tema della crisi idrica è ritenuto uno dei problemi principali».

La mancanza di acqua, neve sulle montagne e la temperatura elevata portano ad avere forti preoccupazioni per l’estate. Rimane fondamentale che tutta la cittadinanza attui comportamenti nell’utilizzo dell’acqua con la consapevolezza della forte criticità di oggi, ma che certo si presenterà anche nei prossimi anni, è il messaggio che viene da Milano.

La Regione, si legge ancora nella nota diffusa ieri, continuerà le «interlocuzioni con il Governo» per trovare «soluzioni a medio lungo termine» in grado di «affrontare la problematica della scarsità idrica e cambiamenti climatici». La siccità con il taglio dei raccolti spinge l’inflazione nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +11,7% della verdura al +10,8% per la frutta segnata da pezzature più piccole per la mancanza di acqua e gli agricoltori costretti al diradamento dei raccolti sulle piante per salvare il salvabile.

Lo fa sapere la Coldiretti, sui dati Istat relativi all’inflazione a giugno, che evidenziano un aumento complessivo del 9% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

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