Le statue di Olindo e Rosa a Erba. Opera dell’artista lecchese Tomaini

Colombo G Tomaini

Collaboratore : Gianfranco Colombo

Categoria : Lecco Cronaca

Città : Lecco

Tipologia : Testo

La notte scorsa Rosa e Olindo sono tornati ad Erba. O meglio, nella Piazza del Mercato della cittadina si sono materializzate due sculture che ritraevano, con un iperrealismo notevole, i due nella posa di una performance dell’artista Marina Abramovic. A fare questo autentico golpe nel nome dell’arte è stato il giovane artista lecchese Nicolò Tomaini. Il primo pensiero è quello di un tentativo di cavalcare la riapertura del caso, ma non è così come ci dice lo stesso Tomaini: «Non ho fatto tutto questo per cercare visibilità, anzi è esattamente il contrario. Lo dimostra il fatto che questo progetto è iniziato dieci mesi fa, quando di Rosa ed Olindo non parlava più nessuno. Il mio lavoro vuol essere una critica contro la società dello spettacolo». In effetti, Tomaini ha sempre voluto esprimere con le sue opere l’invadenza ossessiva con cui le nuove tecnologie si sono impadronite del controllo della comunicazione tra le persone . Nato a Bellano nel 1989, Nicolò Tomaini ha esposto le sue opere a Lecco per la prima volta nel 2014 alla Galleria Bertoletti, in seguito le mostre lecchesi si sono svolte alla Galleria Melesi. Abbiamo chiesto a Tomaini come si sia svolta la sua incursione ad Erba: «Già da qualche sera studiavamo il luogo che avevamo scelto come ideale per le sculture. Poi la notte scorsa siamo arrivati ad Erba intorno alla mezzanotte ed in tre ore abbiamo collocato le sculture ed i manifesti con il commento critico di Filippo Mollea Ceirano. Non abbiamo avuto alcun problema. E’ passata qualche persona, qualcuno ha anche fatto delle foto, ma niente di più. Nessuno ci ha disturbato». Le sculture di Rosa e Olindo ripropongono la performance della Abramovic: uno tiene in mano un arco, l’altro tende verso il suo cuore una freccia pronta ad essere scoccata. «Anche questa scelta non è stata casuale. – continua Tomaini – Mentre l’Abramovic interpretava personalmente, con il suo compagno, la situazione, nel nostro caso Rosa e Olindo sono una riproduzione, a sottolineare l’azzeramento della separazione tra la realtà, la sua ricostruzione e l’invenzione fantastica. Oggi tutto è performance, tutto è falso in un contenitore che vuole vendere tutto come se fosse la verità». Ora che la possibile riapertura del caso ha riportato Rosa e Olindo al centro dell’attenzione, per Tomaini il circo mediatico ha rimesso in moto i suoi ingranaggi: «Questo è accaduto quando stavo terminando l’opera ed è stata immediata la ripartenza della girandola dell’enfatizzazione dei dettagli. A questo punto tutto può essere vero e tutto può essere falso: è questo discrimine tra verità e menzogna che ci è sfuggito di mano. Restano allora le due sculture di Rosa e Olindo tanto incredibili da poter essere vere». Andare in Piazza del Mercato ad Erba per vedere le due sculture è inutile, sono già state rimosse. Restano però le fotografie ed i video dell’incursione di Tomaini, abbondano le immagini sugli smartphone. Così le sculture di Rosa e Olindo trovano una loro “eternità” dentro l’irreale mondo virtuale.

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