Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 31 Ottobre 2015
Le norme sulle slot. Gli esercenti stretti tra Governo e Regione
Roma incentiva, ma Milano inasprisce le pene. E intanto il fenomeno delle ludopatie cresce ovunque. I gestori dei locali: «Non vogliamo essere criminalizzati».
«Se lo Stato decide, come è evidente, di incentivare il gioco d’azzardo, almeno sia chiaro che la responsabilità e gli oneri dell’aggravarsi del fenomeno delle ludopatie non devono ricadere sugli esercenti che detengono le apparecchiature nei loro locali».
Così la pensa Piero Ghisla, presidente dell’associazione Pubblici esercizi della provincia di Sondrio, attiva all’interno dell’Unione commercio, turismo e servizi, che ha voluto scendere in campo all’indomani delle decisioni del Governo su questa delicata materia e di quelle appena adottate a Milano.
La giunta regionale ha da poco varato un pacchetto di sanzioni, anche elevate, comminabili a quegli esercenti che detengano, nei loro locali, macchinette per il gioco d’azzardo lecito e che non ottemperino alle disposizioni restrittive della legge regionale in materia. Si parla di multe fino a 5mila euro a seconda del tipo di obbligo non osservato e, anche se il suddetto pacchetto non è ancora passato al vaglio del Consiglio regionale, le associazioni di categoria stanno cominciando a “correre ai ripari” facendo sentire alta la loro voce.
«È tutto un controsenso - attacca Ghisla -, perché siamo in presenza di un apparato pubblico che, da un lato, inserisce nella legge di Stabilità il bando per 15mila punti di gioco d’azzardo lecito, con lo scopo di pareggiare i conti della prossima finanziaria a spese dei cittadini (considerato che gli introiti stimati si aggirerebbero sugli 8 miliardi di euro, per quanto il Governo abbia precisato che non si tratti di nuove concessioni, ma di rinnovi), mentre, dall’altro, commina multe agli esercenti. Basti dire che la giunta regionale della Lombardia ha appena approvato le sanzioni a carico dei gestori inadempienti, inasprendo, rispetto al precedente regolamento, le condizioni per i detentori delle apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito». Per Ghisla, quindi, «è del tutto incomprensibile il modo in cui le due realtà pubbliche, Governo e Regione, trattano la stessa materia, ossia la ludopatia, partendo da presupposti diametralmente opposti, l’uno proteso a incentivare il gioco d’azzardo per fare cassa, l’altro a scoraggiarlo. In questo contesto appare ingiusto, e del tutto inutile ai fini della lotta alla ludopatia, chiamare in causa gli esercenti che, in questo modo, si sentono ingiustamente criminalizzati».
Secondo l’Unione commercio, quindi, è arrivato il momento di uscire dall’impasse che vede lo Stato promuovere il gioco d’azzardo lecito e la Regione punirlo «perché, secondo noi, - spiega Ghisla – si tratta di un sussulto di coscienza, prodotto dal dilagare delle ludopatie, proprio di un apparato pubblico che, a un certo punto, fa finta di preoccuparsi di un problema che contribuisce a creare».
In una parola, quindi, gli esercenti si chiamano fuori da ogni responsabilità al riguardo, fermo restando che, se il pacchetto di sanzioni decise dalla giunta regionale passerà in consiglio, ebbene, allora, saranno dolori per tutti.
Tra l’altro, la nostra provincia è quella che detiene il record lombardo per diffusione degli esercizi in cui si gioca d’azzardo lecito, dato che ci attestiamo sui 2,24 esercizi per mille abitanti, con 408 realtà in totale.
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