Le mascherine Ffp2
«Non sono certificate
ma restano più sicure»

Il caso Il modello non è considerato presidio medico

«Le mascherine Ffp2 sono le più sicure». Carlo Signorelli, epidemiologo e membro del comitato tecnico-scientifico di Regione Lombardia, non ha dubbi sull’efficacia di questo tipo di dispositivi di protezione e spegne così sul nascere la polemica che nelle scorse ore si era scatenata per il fatto che questo genere di mascherina non venga considerato come presidio medico, non sia certificato come tale e dunque non sia deducibile dalla richiarazione dei redditi.

Solo in cantiere

In diversi hanno infatti segnalato al nostro giornale come le mascherine Ffp2” con marchio CE, regolarmente in vendita nelle farmacie, siano autorizzate solo per l’uso in cantiere. Tant’è che nella fase di massima emergenza a inizio pandemia, a riuscire a importarle dall’estero per rifornire aziende ospedaliere e rsa rimaste senza erano proprio le ditte specializzate nei dispositivi di protezione individuale usati in questi settori.

Il professor Signorelli però tranquillizza tutti: «Dal punto di vista protettivo le Ffp2 filtrano al 94%. Con il passare dei mesi abbiamo avuto sempre più dati che ci dicono che la protezione, pur non essendo del 100%, è comunque molto alta. La letteratura scientifica ci dice che c’è una protezione di circa il 5% superiore agli altri tipi di mascherine. Anche le chirurgiche ci proteggono, sia chiaro, ma le Ffp2 lo fanno in misure maggiore».

In questa fase la mascherina è un presidio molto importante: «In questo momento - prosegue - la difesa deve essere duplice: da un lato non bisogna farsi contagiare dal Covid e dall’altro non bisogna farlo circolare contagiando gli altri. Se tutti avessero queste mascherine, la circolazione sarebbe minore. Per non respirare il virus le Ffp2 sono sicuramente migliori delle chirurgiche. Anche queste ultime proteggono anche noi stessi oltre che gli altri, ma in misura minore. Ci sono poi le mascherine di stoffa che prima della pandemia non erano classificate. Hanno anche loro una protezione del 70-80% se la stoffa è di media qualità. Non è mica poco, ma è sicuramente più basse delle altre».

Le mascherine Ffp2 sono nate per l’antinfortunistica per verniciatori, muratori, imbianchini. Prima dell’emergenza Covid, così come le Ffp3, non erano mai state utilizzate fuori dall’ambito lavorativo. L’unica mascherina in uso comune per i dottori e gli infermieri era sempre stata solo quella chirurgica.

Ma alla prova pratica queste mascherine da cantiere si sono rivelate più efficaci delle altre, tanto che ora il Governo le ha imposte in sostituzione di quelle chirurgiche nei luoghi considerati più a rischi contagio come i mezzi pubblici. E se non è stata fatta la modifica normativa per renderle deducibili, è comunque arrivato il provvedimento per calmierare i prezzi.

L’importante, però, è che si tratti di mascherine certificate: «Non mi addentro nelle questioni fiscali che non conosco. – spiega Signorelli – Ribadisco che devono essere marcate CE, perché soltanto in questo modo garantiscono la percentuale di protezione del 94%. Stiamo scollinando l’apice di questa ondata, ma sarà ancora lunga. I casi sfoceranno in ricoveri non immediatamente, poi a seguire saliranno i numeri di terapie intensive e decessi. Queste ondate, anche se i nuovi casi iniziano a scendere, non possono considerarsi subito concluse perché hanno una coda che conosciamo e che dura ancora qualche settimana. Abbiamo davanti un febbraio con gli ospedali sotto pressione. Mascherine, distanza e igiene saranno fondamentali in aggiunta alle vaccinazioni che rimangono sempre la prima cosa da fare per proteggersi».

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