Le culle “vincono” solo a Livigno e Bormio

In provincia persi 1.700 abitanti in otto anni. A Sondrio è come se ogni anno sparisse un condominio. Nel capoluogo a ogni nato corrispondono due decessi. Le uniche eccezioni in Alta Valle: quasi un caso nazionale.

In una provincia in cui, come nel resto del Paese, si registra un costante calo demografico ormai da alcuni anni, e il saldo annuale nati/morti è costantemente negativo, due Comuni costituiscono un’eccezione e sono in controtendenza rispetto a questo trend.

È soprattutto Livigno, come sottolineato da Alberto Del Curto giovedì sera alla sala Besta della Banca Popolare di Sondrio nell’incontro “La demografia interessa tutti noi”, organizzato dal Lions Club Sondrio Host, a costituire una sorta di “caso positivo” a livello nazionale: nella località dell’Alta Valle, infatti, dal 2012 a oggi il saldo naturale, cioè il confronto tra nascite e decessi, fa segnare un +439: «Si tratta - ha confermato Del Curto - di un record positivo ed è curioso come questo dato relativo a una perla turistica come Livigno sia diametralmente opposto a quello di Camogli, altra meta turistica molto rinomata, ma che fa segnare, invece, un record negativo per quanto riguarda il saldo naturale nati/morti».

In un certo senso, però, questo “primato” per Livigno è a rischio, visto che il 60% della popolazione del paese è nubile o celibe: sono, infatti, 3.772 i “single”, contro i 2.438 coniugati.

L’Alta Valle si conferma un’isola felice contro il calo demografico diffuso praticamente in tutto il resto d’Italia anche per merito di Bormio: nella località della Magnifica Terra a fine 2010 erano 4.084 i residenti, passati poi alla fine del 2018 a 4.179, con un incremento di 95 abitanti. I dati relativi a Bormio e Livigno sono in controtendenza rispetto a quelli relativi all’intero territorio provinciale e ad altri capoluoghi di mandamento come Sondrio e Morbegno: in Valtellina e Valchiavenna, tra il 2015 e il 2018 il saldo naturale nati/morti è sempre stato negativo, passando dal -442 del 2015 al -683 di due anni fa con una costante diminuzione delle nascite, unita, invece, a un cospicuo aumento dei decessi (1.334 contro 2.017 solo nel 2018).

Nel Comune di Sondrio, tra 2015 e 2019 la popolazione si è ridotta di 407 abitanti, passando da 21.891 unità a 21.484: «In pratica - ha commentato Del Curto - è come se ogni anno nel capoluogo sparisse un condominio e anche di dimensioni abbastanza grandi». Sempre nel capoluogo il saldo naturale nati/morti ha fatto segnare un -143 nel 2019 (158 nati e 301 decessi), leggermente migliore rispetto al -150 del 2018, ma in netto peggioramento rispetto al -109 del 2017. A Morbegno, invece, dal 2012 i decessi hanno superato di 204 unità le nascite. Tutti questi dati vanno a inserirsi in un territorio montano, dunque un contesto geografico piuttosto complicato e che porta con sé alcune difficoltà e una popolazione “frammentata”: in Valtellina e Valchiavenna il numero di abitanti è sceso dai 183.169 del 2010 ai 181.403 abitanti di fine 2018. Sono presenti, inoltre, 340 nuclei abitativi composti da almeno cinque famiglie, ma che non possono contare su servizi o esercizi pubblici, a fronte di 191 centri abitati dotati, invece, proprio di questi servizi ed esercizi pubblici.

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