L’alpino malato
«Non è uno scherzo
non prendetela sotto gamba»

«Voglio che si veda e si percepisca la gravità di questa “faccenda”», scrive Ferruccio Amonini postando una sua foto

Piateda

«Voglio che si veda e si percepisca la gravità di questa “faccenda”», scrive Ferruccio Amonini, classe 1963, di Piateda, l’alpino “Gigetto” come si fa chiamare. E si mostra nel suo letto in terapia intensiva all’ospedale Morelli con tanto di respiratore. Il “Gigetto” - penna nera attiva sui social, componente del Son (Servizio ordine nazionale), una pattuglia di 150 volontari che disciplinano la sfilata alle Adunate nazionali – ha deciso di postare su Facebook la sua fotografia e un messaggio di sprone per tutti, oltre che un appello a rispettare le regole. «Non prendiamola sotto gamba, non sottovalutiamo la pericolosità di infettare, di essere infettati – dice -. Vi prego restate a casa. Qui non si sta bene, credetemi. Dopo tre settimane sono saturo. La salute davanti e prima di tutto; il resto può aspettare. Spero che questa mia testimonianza apra il cuore e la coscienza alle persone e che le faccia ragionare. Essere a casa senza palloni in testa, senza maschere, tubi, flebo, prelievi, medicinali, esami … ma vuoi mettere! Cosa non darei per rinchiudermi anche per un anno in casa. Vi abbraccio fortemente; scusate lo sfogo, ma ne avevo proprio bisogno. La rabbia mi rosica». Ferruccio, che ha perso il papà Renzo quindici giorni fa, conclude mostrando il suo coraggio alpino: «La vinco io questa guerra».

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