La tragica fine di Gaetano
Il suo prof: «Un ragazzo tranquillo»

La storia del ragazzo morto domenica mattina, probabilmente travolto da un’auto pirata

Gaetano Banfi aveva solo 22 anni, ma era già in grado di mantenersi grazie al suo lavoro. Eppure, sapeva anche vivere la giornata, godendosi la vita attimo per attimo, come è giusto che sia, quando hai ancora tutta la vita davanti. Ma il destino ha deciso per lui un finale diverso, tragico, troppo difficile da accettare.

Gaetano viveva a Rebbio insieme alla mamma ed era un ragazzo tranquillo, a cui piaceva divertirsi la sera con gli amici. Dopo aver frequentato la scuola di falegnameria, Gaetano si era subito dato da fare nel suo lavoro grazie al quale aveva trovato un impiego fisso, ma qualche anno dopo aveva deciso di cercare fortuna a Firenze insieme ad un amico, un po’ all’avventura, un po’ per costruirsi un futuro. Le cose però non erano probabilmente andate come sperava, così il ragazzo aveva deciso dopo sei mesi di tornare a Como. Aveva quindi iniziato a lavorare come giardiniere, presso una ditta di Seregno. Amici e parenti, ora, non riescono a darsi pace per quanto accaduto: sembra davvero impossibile credere che Gaetano non ci sia più. La notizia della sua scomparsa ha iniziato a diffondersi ieri mattina e non sono mancate parole di affetto nei suoi confronti. Anche Mario Forlano, insegnante di Educazione fisica, ricorda Gaetano. «È stato un mio alunno alle scuole medie di Rebbio, lo ricordo benissimo, davvero una tragedia - ha commentato mestamente Forlano – Era un bravo ragazzino, sempre sorridente. È passato qualche anno ma non lo avevo dimenticato nonostante le migliaia di studenti che entrano ed escono dalla scuola».

© RIPRODUZIONE RISERVATA