La sanità provinciale, ecco l’atteso piano
Resta la criticità medici

Il documento del Politecnico sarà sottoposto all’attenzione dei sindaci l’ 11 ottobre. Ospedale di Sondrio baricentro dell’intero sistema

Finalmente, dopo tanta attesa c’è la data: venerdì 11 ottobre. Ultime settimane di incertezza prima di conoscere il futuro della sanità di Valtellina e Valchiavenna così come delineato nello studio del Politecnico di Milano su incarico della Regione e che ha richiesto mesi di analisi e ascolto. Ieri l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, e l’assessore agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori hanno dato l’annuncio ufficiale dell’appuntamento con l’assemblea dei sindaci della provincia cui sarà illustrata la “Riqualificazione della rete ospedaliera” del territorio. Un appuntamento rinviato a dopo l’estate visto il rinnovo della gran parte delle amministrazioni comunali a maggio e che slitta solo di qualche giorno rispetto alla fine di settembre inizialmente indicato come termine ultimo.

«L’organizzazione funzionale e capillare dei servizi socio sanitari e dei presidi ospedalieri della Valtellina e dell’Alto Lario - spiegano Gallera e Sertori in una nota congiunta - rappresenta una priorità assoluta per l’amministrazione regionale. Per la delicatezza morfologica, orografica e infrastrutturale del territorio, ci siamo avvalsi della collaborazione del Politecnico di Milano che ha rilasciato, nei giorni scorsi, gli esiti dello studio eseguito. La riunione dell’11 ottobre sarà dunque un’occasione di confronto molto importante». Non una parola in più, intanto, sui contenuti del piano. Il riserbo di Gallera e soprattutto di Sertori - «credo sia corretto che siano i sindaci a conoscere per primi il piano» ha sempre risposto alle richieste di anticipazione - ha però portato ad un fiorire di ipotesi ed illazioni che, in qualche caso, hanno rinfocolato la rivalità tra gli ospedali di Sondalo e Sondrio.

Quel che pare piuttosto certo, infatti, è che per la conformazione territoriale della Valle e per la sua posizione baricentrica, la struttura di riferimento in provincia dovrebbe essere quella del capoluogo. L’ospedale, dove già sono stati fatti ingenti investimenti per il potenziamento delle sale operatorie e del Pronto soccorso, sarebbe quello su cui convogliare attenzione e risorse, in linea con le proposte dei sindacati - della Cisl in particolare - e della prima stesura del documento dei sindaci del mandamento Sondriese. Se sulla struttura esistente o su una nuova, da trecento posti come ipotizzato, non è dato sapere. Le spinte per la realizzazione di un nuovo ospedale ci sono e sono forti - «tutte le province in Lombardia ne hanno avuto uno», è il ragionamento -, d’altro canto, però proprio gli investimenti fatti sull’attuale struttura potrebbero far propendere per l’archiviazione del progetto di una nuova costruzione a favore di un ulteriore potenziamento di via Stelvio.

Con Sondrio baricentrico, quello che rischia un ruolo da attore non protagonista, è l’ospedale Morelli di Sondalo dove potrebbero però essere valorizzate alcune delle specialità già esistenti. In questo quadro manterrebbe l’attuale dimensionamento, invece, l’ospedale di Chiavenna che nel recente passato ha già perso il suo punto nascite.

Le strutture però, quali che siano quelle da potenziare o da ridimensionare - quando saranno finalmente resi noti i contenuti del piano sarà più facile affrontare la questione -, rappresentano soltanto una delle facce del più ampio problema della sanità. Di quella in generale e di quella della montagna, in particolare.

Perché si può pure pensare di costruire un nuovo ospedale moderno e con tutti gli spazi necessari, come è stato fatto con il Pronto soccorso di Sondrio, ma se manca il personale medico e paramedico, se non ci sono gli specialisti, nulla cambia per gli utenti. La criticità legata alla mancanza di medici non si è risolta. Non con gli incentivi messi a disposizione dalla Regione e non lo sarà con il piano dei tecnici del Politecnico. Loro malgrado.

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