Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 21 Settembre 2013
Sanità, la Regione si smarca
«Presenteremo le nostre linee»
E sulla sede dell’Azienda che unirà Sondrio e ValCamonica, assicura: non potrà che essere il capoluogo
L’iniziativa di alcuni consiglieri, non la posizione ufficiale della giunta. Dopo il polverone sollevato dalla proposta di riforma sanitaria regionale stesa da Fabio Rizzi, presidente della Commissione Sanità della Regione, arriva il chiarimento da Milano in una nota congiunta firmata dal presidente Roberto maroni e dal suo vice Mario Mantovani.
«Il dibattito di questi giorni- specificano - è frutto dell’iniziativa di consiglieri regionali, partiti e associazioni, che esprimono cosi la volontà di apportare il proprio apprezzabile contributo alla riforma stessa. La stessa Regione segue il dibattito con interesse e procederà nel programma stabilito dei lavori. A tal proposito è già stata convocata per giovedì prossimo la Consulta Sanità, con lo scopo di presentare a tutti gli operatori del settore le linee guida della proposta di riforma ad opera della giunta».
E insieme al chiarimento della giunta regionale arriva anche quello del presidente della Provincia Massimo Sertori. «Fermo restando che siamo in una fase ancora del tutto interlocutoria e preliminare - sottolinea Sertori - mi sembra importante che nella bozza in questione sia stata riconosciuta la specificità del nostro ambito di territorio interamente montano».
L’ipotesi formulata da Rizzi, infatti, prevede l’istituzione di un’Asl della Montagna che conglobi i territori di Sondrio e della Valcamonica con trasferimento della relativa sede, però, su Aprica, evidentemente ritenuta baricentrica rispetto alle due valli. Punto su cui giunge, però, l’immediata precisazione di Sertori che riposiziona la barra al centro riconducendo la sede della futura Asl della montagna a Sondrio.
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«Rizzi lavora da tempo a questo complesso progetto finalizzato al miglioramento generale del già eccellente sistema sanitario lombardo - insiste Sertori -, e apprendo con piacere che, contrariamente a quanto previsto per altre Aziende ospedaliere e Azienda sanitarie lombarde, per la nostra provincia il disegno è diverso». Il riferimento è all’assetto dell’Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna «che resterà autonoma - evidenzia Sertori - senza subire alcun accorpamento».
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