La “nuova” mensa
«Luogo di assistenza
ma anche di amicizia»

Benedetti gli spazi alla Piastra dal vescovo Giorgio Barbetta. Il grazie ai volontari

Sondrio

«Volevo cercare una benedizione per la mensa, ma poi ho pensato che sarebbe stato meglio sceglierne una per la casa: mi auguro che questa realtà diventi sempre più focolare di carità così che possa diffondersi il buon odore di Cristo». Così monsignor Giorgio Barbetta, originario di Berbenno e da febbraio vescovo ausiliare di Huarí, in Perù, ieri pomeriggio ha benedetto i nuovi spazi alla Piastra di “Immensa”, da ormai quattro anni preziosa realtà a Sondrio per l’assistenza ai poveri.

Una squadra di oltre 60 volontari, capitanati da padre Lorenzo Salinetti, l’ideatore di questo progetto, da lunedì 12 ottobre servirà a giorni alterni un pasto caldo ai bisognosi. Ma non si tratta solo di sfamare gli affamati. «La mensa – ha aggiunto padre Salinetti – diventa un posto di relazioni, di amicizia per chi cerca solidarietà e condivisione».

Il sindaco Marco Scaramellini ha portato il saluto dell’amministrazione comunale: «Questa mensa è diventata un posto bellissimo, con una funzione davvero importante per tutta la città». Assieme al grazie a padre Salinetti, il primo cittadino ha ringraziato anche tutti i volontari perché «con la collaborazione di tanti si può fare il bene dei cittadini».

In rappresentanza del Rotary club di Sondrio, che ha creduto fin da subito nel progetto (sostenuto anche da ProValtellina) è stato chiamato Mauro Boccardi a ripercorrere le tappe del progetto. «Tutto è nato al lago Publino nel 2017, durante una corsa del nostro sodalizio: con un’offerta abbiamo contribuito ad aiutare la mensa dei poveri, realtà che poi abbiamo preso a cuore e abbiamo continuato a sostenere». Un anno fa, poi, l’idea di ampliare il progetto – che in questi anni ha garantito anche 170 pasti al giorno – nata, casualmente, da una telefonata. «Un giorno mi ha chiamato la famiglia Rebai – ha aggiunto Boccardi – proponendo di devolvere gli spazi della mensa della Piastra all’associazione: è nata così la Fondazione “Casa di Giulio” che si è fatta carico di tutte le pratiche amministrative». E, per concludere, ha aggiunto che «è risaputo che Sondrio sia tra le prime città in Italia per qualità della vita: certo, il fatto che vengano serviti così tanti pasti mi ha fatto riflettere, però davvero è doveroso dire grazie a tutti i volontari che si adoperano a favore di questa realtà».

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