La morte di Mattia
I genitori in Procura
«L’indagine va avanti»

Sondrio. Incontro a porte chiuse tra famiglia e inquirenti. Rassicurazioni sulla prosecuzione dell’inchiesta

Gli inquirenti pensano soprattutto all’ipotesi dell’incidente, ma troppi particolari ancora non tornano.

Ecco perché si continua a indagare per fare piena luce della morte di Mattia Mingarelli, trentenne di Albavilla, trovato senza vita nei boschi della Valmalenco la vigilia di Natale dopo essere stato dato per disperso il 7 dicembre. Ieri mattina, nell’ufficio del procuratore capo Claudio Gittardi si sono presentati i genitori.

Un incontro informale e del tutto riservato sul cui contenuto non si possono che fare delle ipotesi. Nessun genitore accetterebbe di rassegnarsi alla morte di un figlio senza sapere esattamente come siano andate le cose. E la Procura sondriese ha manifestato, fin dall’avvio delle indagini, tutte le intenzioni di andare a fondo della vicenda. Ora si attendono, tra l’altro, gli esiti degli esami tossicologici sul corpo della vittima e del dna sui reperti sequestrati al Rifugio Barchi, dove l’uomo aveva trascorso il pomeriggio prima di far perdere le proprie tracce

Il caso continua a tenere banco anche sulle reti tv nazionali. Ne ha parlato mercoledì “Chi l’ha visto” su Raitre e se ne parlerà ancora questa sera a “Quarto Grado” su Rete4.

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