«La montagna era la sua più grande passione». Il dolore della famiglia e degli amici per la morte di Alessandro

Livo Precipitato in un dirupo durante un’escursione in solitaria al Pizzo Cavregasco, a 2.535 metri di altitudine

I genitori Alessio e Anna e la sorella Francesca sono affranti, anche i numerosi amici e la comunità del quartiere di Belledo, a Lecco, dove viveva Alessandro Regazzoni, il trentatreenne che ha perso la vita sabato sulle montagne dell’Alto Lario occidentale, sono increduli e in lacrime. Lui era un ragazzo solare, pieno di vita e dalle passioni sane; in cima a tutte la montagna. Basta scorrere il suo profilo per accorgersi in breve di come fosse intenso il suo rapporto con l’alta quota. Sabato è precipitato durante un’escursione in solitaria al Pizzo Cavregasco, a 2.535 metri di altitudine in territorio del Comune di Livo,

Una settimana fa era salito in vetta al Pizzo Mater (3.025 metri), in Valchiavenna, poco prima alla Cima Capezzone (2.421 metri), in Piemonte, e il giorno precedente al Sasso Canale (2.411), altra bellissima vetta dell’Alto Lario occidentale.

Scorrendo oltre è un susseguirsi di immagini di versanti e vette, spesso innevati, da lui raggiunti in ogni periodo dell’anno. In alto, ieri, è comparso il ricordo di un’amica, Serena: «Era il 26 marzo 2021, e ora non ci sei più. Ma un uomo, dicevi quel giorno prima che arrivassimo in cima al Piz d’Agnel, non se ne andrà mai dal cuore di chi lo ricorda. Ho passato momenti difficili, a tutti capita, ma quando sono in montagna sento la gioia di vivere, la commozione nell’essere buono e il sollievo nel dimenticare le miserie terrene. Tutto questo perché sono vicino al cielo, e il panorama, lì, è sempre fantastico».

«Queste tue parole – conclude l’amica – per sempre nel mio cuore. Ciao “Rega”».

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