La libera circolazione è salva
Gli svizzeri bocciano lo stop

Ieri i cittadini hanno respinto con il 61,7% di “no” la proposta “per un’immigrazione moderata”

L’iniziativa contro la libera circolazione delle persone è stata bocciata dal popolo svizzero.

Ieri i cittadini hanno respinto con il 61,7% di “no” la proposta “per un’immigrazione moderata”.

Se fosse stato accettato, il progetto promosso dall’Udc per abolire la libera circolazione avrebbe messo in pericolo anche altri accordi tra Berna e Bruxelles. Festeggia il sindacato Unia.

«Il chiaro “no” all’iniziativa per la disdetta dell’Udc è una vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori – spiega l’organizzazione guidata da Vania Alleva -. Il voto dell’elettorato è anche un “sì” alla protezione dei salari e alla parità di diritti per tutti. Adesso la protezione dei salari e delle condizioni di lavoro deve avere la massima priorità anche in vista dell’accordo quadro con l’Unione Europea».

Come riportato da swissinfo, secondo la vicepresidente dell’Udc svizzera Céline Amaudruz «ha vinto la clausola ghigliottina».

La convinzione che la fine della libera circolazione avrebbe compromesso tutti gli accordi bilaterali con l’Unione Europea, secondo la parlamentare, ha fatto paura ai cittadini.

Per il presidente del partito, il ticinese Marco Chiesa, si è trattato di una lotta di Davide contro Golia. L’Udc era infatti l’unico dei grandi partiti svizzeri a sostenere l’iniziativa. A giocare un ruolo - ha proseguito Chiesa - è stato anche il coronavirus, poiché la popolazione è attualmente chiamata a confrontarsi con le incertezze dello sviluppo economica».

Nel rispetto delle previsioni, anche questa volta il Ticino – dove lavorano circa 60mila frontalieri - ha votato in modo diverso rispetto alla maggioranza degli altri Cantoni. Il 53,1% dei votanti ha infatti accolto il testo dell’Unione democratica di centro.

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