La chiusura dell’asilo
«È lo Stato a latitare
e le famiglie sono sole»

Salesiani Don Giacomazzi responsabile dell’ispettoria spiega i motivi della rinuncia al Viganò dopo 58 anni

Sondrio

La decisione di chiudere la Scuola dell’infanzia Maria Enrichetta Viganò, gestita dall’Istituto salesiano di via Don Bosco, è stata assunta con «grande dispiacere e rabbia».

Si esprime così don Giuliano Giacomazzi, responsabile dell’Ispettoria salesiana di Lombardia ed Emilia Romagna, sottolineando che la chiusura avviene «in un contesto che da mesi le scuole paritarie stanno segnalando al Governo: il problema delle famiglie che non vengono ascoltate nei loro diritti, perché lo Stato non mette nelle giuste condizioni chi supplisce ai suoi doveri».

Secondo il sacerdote, che con il Consiglio ispettoriale ha preso la decisione di non far riaprire, dopo 58 anni di apprezzata attività, la scuola che avrebbe dovuto accogliere 73 bambini i scritti, la causa della chiusura va ricercata nello scarso sostegno agli istituti paritari. «Siamo stati messi nelle condizioni - afferma - di non poter venire incontro ai bisogni reali delle famiglie con una proposta educativa che risultava vincente, ma continuiamo a combattere la battaglia per la libertà di educazione».

Don Giacomazzi ricorda che, nei giorni scorsi, «a fatica la Camera ha approvato un emendamento, senza il sostegno del Movimento 5 Stelle, per destinare 800 milioni di euro alle scuole paritarie. Facendo dei conti approssimativi - spiega - significa che arriveranno a ogni scuola circa sei o settemila euro per un intero anno».

Una cifra che non copre le spese che l’Infanzia Viganò avrebbe dovuto sostenere per attuare il nuovo “Piano scuola” approvato dal Ministero dell’Istruzione con le linee guida per contrastare la diffusione del Covid-19.

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