Valtellina Soccorso a Bergamo
«Tra morti e parenti in lacrime»

Marco Angeloni, presidente di Valtellina Soccorso, è in prima linea in questi giorni a Bergamo

Diario di un giorno di ordinaria emergenza da Bergamo e territorio.

L’ha scritto il presidente e fondatore di Valtellina Soccorso, Marco Angeloni. Lui e gli altri volontari dell’associazione sono in prima linea sul fronte coronavirus.

«Arriviamo sul territorio la mattina presto. Il tempo di prendere le consegne in merito alla destinazione di stazionamento dell’ambulanza e si comincia. Arriviamo in una via della città, vediamo ambulanze parcheggiate in fila indiana con i relativi equipaggi in attesa - prosegue il diario -. Scendiamo , due frasi di convenevoli con saluti e due battute per capire con chi stiamo parlando e poi ecco che il solito suono provenire dal cellulare: Areu 112 ti stoppa immediatamente. Prima chiamata: codice rosso, massima urgenza, è una crisi respiratoria. Indossiamo i dispositivi di protezione individuale, si cerca la via in uno scenario surreale: un deserto come mai lo avresti nemmeno sognato fino a un mese fa. La nostra destinazione è a 10 km, un quartiere esterno alla città e via, si va».

«Nel viaggio si ripassano mentalmente le procedure sulla sicurezza e sull’auto protezione; cala il gelo con il compagno di avventura e sale sia l’adrenalina sia la consapevolezza che devi dare il meglio di te». L’autoambulanza giunge a destinazione ed il racconto di Angeloni prosegue: «Solite sensazioni già vissute, determinazione e consapevolezza di fare del bene e di essere utile in un momento storico di questa vita. Poi ti rendi conto quanto sei fortunato quando arrivo sul posto visto che il paziente è messo male e vedi lo strazio della famiglia che giustamente non si rassegna e ti continua a domandare il perché di questo maledetto virus: “Stava bene fino a pochi giorni fa, ora invece non più purtroppo”. Fai il tuo lavoro senza stipendio, sei un volontario, e ne sei fiero e dai la massima assistenza sanitaria che puoi e a volte devi fare pure lo psicologo cercando di dare spiegazioni che non hai, per far comprendere cose più grandi di te, ma ci provi e spesso funziona. Sarà la divisa, sarà la consapevolezza che ti vedono come un aiuto ma sta di fatto che ti si attaccano e non ti vogliono lasciare andare via».

Il diario completo su La Provincia di Sondrio in edicola oggi lunedì 30 marzo

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