Incendio doloso, distrutti due escavatori

Castello dell’Acqua Bruciati ieri mattina i mezzi dell’impresa Del Marco di Tresenda, impegnata in zona

Due escavatori in fiamme, distrutti, un danno da 300 mila euro, la certezza del dolo e la convinzione che dietro il rogo ci sia una vendetta, un avvertimento non di esclude da parte di qualche diretto concorrente. Forse parlare di attacco mafioso può sembrare eccessivo, ma quello che è accaduto nella notte tra domenica e lunedì a Castello dell’Acqua, in località Cà Colombini, è comunque estremamente inquietante.

Ieri mattina prima delle 8, un operaio della ditta Costruzioni eredi Del Marco di Tresenda di Teglio ha trovato i due mezzi dell’azienda semi distrutti e ancora “fumanti”. L’incendio, probabilmente appiccato nella notte si era ormai quasi esaurito da solo, senza l’intervento dei vigili del fuoco, giunti solo più tardi quando l’operaio ha fatto l’amara scoperta e li ha chiamati.

I due escavatori si trovavano a poche decine di metri dalla strada, ma in una zona non certo di passaggio, tanto che finché il dipendente non si è recato sul posto, nessuno si è accorto di quello che stava accadendo. Sono arrivati i vigili del fuoco del Comando provinciale di Sondrio e, più tardi, da Milano sono giunti a Castello anche i colleghi del Niat (Nucleo investigativo antincendio territoriale), specializzati nelle indagini a seguito di roghi chiaramente dolosi. Sono intervenuti anche i carabinieri: toccherà a loro ricostruire l’accaduto e cercare di arrivare ai responsabili.

Per capire cosa sia successo bisogna inevitabilmente inquadrare il lavoro svolto dall’impresa Del Marco a Castello dell’Acqua: l’azienda tellina si sta infatti occupando dell’intervento di regimazione idraulica sotto la strada di Cà Colombini e stava ormai per terminare il secondo dei sette interventi previsti nella zona a ridosso del torrente.

«Certezze, ovviamente, non ne abbiamo ancora, ma in molti pensano che a dare fuoco ai due escavatori possa essere un concorrente, che la causa sia una faida lavorativa – commenta il sindaco di Castello dell’Acqua, Andrea Pellerano -. Stamattina (ieri per chi legge, nda.) ho saputo dell’accaduto, è stato un operaio a trovare i mezzi distrutti, uno di loro fumava ancora e c’era una seppur piccola fiamma rimasta. Ha subito lanciato l’allarme, ovviamente. Il danno non è certo indifferente – conclude il primo cittadino – mi hanno parlato di circa 300 mila euro, e nonostante l’assicurazione almeno la metà dell’importo andrà perso».

Abbiamo provato a contattare anche i titolari dell’impresa Del Marco, ma al momento non intendono parlare dell’accaduto.

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