Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 16 Agosto 2019
«In montagna percorsi adatti a tutti
Valutate bene le vostre capacità»
Dopo la denuncia del gestore della capanna Omio per la poca prudenza di tanti escursionisti, parla la presidente del Gruppo Rifugi: «I clienti vanno informati, ma non possiamo bloccarli»
Si aggiunge anche la voce di Elisa Montani, presidente del Gruppo rifugi della provincia di Sondrio all’interno dell’Unione commercio, attuale gestore del rifugio Corte in Valgerola, al dibattito sempre attuale di un approccio serio e ponderato alla montagna.
Il suo intervento segue la sottolineatura del collega Graziano Gilardi, gestore della capanna Omio in Val Masino, che nell’arco di soli tre giorni ha avuto a che fare con tre differenti episodi di imprudenza di escursionisti che hanno raggiunto il rifugio in modo non adeguato, fortunatamente senza gravi ripercussioni. Chi per una partenza in tarda mattinata per scalare una via impegnativa, chi per l’arrivo a tarda notte al rifugio sfinito dalle innumerevoli ore di cammino, chi per un bagaglio eccessivo o per essersi avventurato con il cattivo tempo, tutti erano accomunati dallo stesso approccio sbagliato, che va «oltre i limiti che la montagna esige» secondo il gestore della Omio. «In effetti è capitato anche a me di trovarmi di fronte a leggerezze e imprudenze, soprattutto rispetto all’affrontare i tratti che portano in quota - dice Montani - quelli a maggiore distanza dal fondovalle, ed è scontato ribadire in questi casi quanto sia indispensabile la sicurezza e sapere che tipo di percorso si sta affrontando».
Quindi Montani aggiunge una riflessione. «Da una parte all’atto della prenotazione un cliente va informato sulle condizioni del luogo e del percorso necessario per raggiungerlo, bisogna domandare se è a conoscenza delle difficoltà nel percorso, se sono presenti delle vie ferrate, che tipo di attrezzatura è necessaria per muoversi in sicurezza».
E aggiunge: «Al tempo stesso, però, non si possono nemmeno bloccare aprioristicamente gli escursionisti, anche perché non è semplice giudicare prima il grado di allenamento o la serietà di una persona. Quindi, al netto dei consigli che un rifugista deve fornire, diventa davvero fondamentale per tutti una sorta di autovalutazione prima di mettersi in cammino, si deve optare per un approccio graduale e confacente alle proprie capacità nell’avvicinamento alla montagna: se non sono allenato evito le cime dei 3000 alla mia prima uscita, questo non mi vieta, però, di optare per un percorso semplice a quote più basse, magari con un’oretta di camminata ce la posso fare senza lanciarmi in prodezze inutili che non sono la mia portata».
La presidente sottolinea come sul territorio della nostra provincia siano presenti «tutte le tipologie di percorsi, la scelta è vasta. Se mi muovo una volta all’anno posso scegliere un rifugio dove arrivare quasi in macchina e da lì poi spostarmi a piedi per una passeggiata, tutto sta nel valutare bene, attentamente e senza leggerezza i pro e i contro dell’esperienza che si può sostenere in montagna dove, a quote e luoghi diversi, nessuno è escluso».
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