Il virus pesa sullo sci
Livigno meno 33%
Ma tutti assicurati

Primo bilancio Anche Bormio ha perso il 30

Le skiaree sono tutte perfettamente funzionanti, e questo è quello che conta, per gli impiantisti di casa nostra, visto il blocco di attività che hanno subito causa Covid, ma, gli effetti del virus, non sono ancora superati.

Si stanno facendo sentire sui numeri dei primi ingressi che, la settimana scorsa, non sono stati quelli sperati, soprattutto a Livigno, che segna un - 33% sullo stesso periodo del 2019, a Bormio, la quale veleggia, pure, su un - 30%, e su Aprica, dove, Domenico Cioccarelli, ad di Siba (Società impianti Belviso), pur, nel complesso, molto soddisfatto, annota non esservi, ancora, quell’affluenza dei vecchi tempi. Che, invece, sembra connotare le aree di maggiore prossimità, di Madesimo, con 5mila primi ingressi sulle piste domenica, e Chiesa in Valmalenco, con una costante di 3.500-4.000 primi ingressi al giorno.

Questo per quanto riguarda il bilancio di fine 2021 e inizio 2002, in termini di frequentazione degli impianti da sci, perché, poi, il momento, è topico sia rispetto ai controlli sulle piste circa l’osservanza delle norme anti Covid, sia rispetto ai controlli della normativa sulla pratica in sicurezza di questo sport.

«Il rispetto delle norme anti Covid, da noi, a Livigno, è migliorato molto da quando la Polizia locale presidia gli accessi - assicura Valentino Galli, gerente la Telecabina Cassana, una delle 13 società impianti livignasche, e presidente della Sib, Società impianti Bormio -. Per tre giorni sono stati da noi ed hanno svolto un servizio eccellente, controllando i Green pass e distribuendo, gratuitamente, le Ffp2 a chi non le aveva con se. I controlli li facciamo anche noi, però, la presenza degli uomini in divisa ha tutto un altro impatto ed è stata molto importante».

i costi

«Per il resto - aggiunge -, il movimento, c’è, anche se non a livelli incredibili, e la sicurezza è rispettata, perché tutti, ormai, hanno il caschetto, mentre maggiori controlli dello stato di alterazione in pista non guasterebbero soprattutto sugli sciatori stranieri, dell’Est, abituati a portarsi appresso una fiaschetta di alcolici».

Nulla da eccepire sul discorso assicurazione, la responsabilità civile contro terzi, divenuta obbligatoria dal 1° gennaio, e che, chi non ha, acquista insieme allo skipass. Di norma, tutti, aderiscono al prodotto “Snow care”, del costo di 2,50 euro a giornaliero (Bormio, Chiesa, Madesimo, Aprica), mentre Skipass Livigno ha spuntato condizioni più vantaggiose e la emette, col biglietto, a 0,90 centesimi.

«Anche se, a mio modo di vedere - dice Valentino Galli -, qui si è andati un poco al ribasso e, forse, un prodotto più solido poteva essere introdotto. Non è neanche stata pensata bene, all’origine, la cosa, perché non è spiegato, bene, quali danni dovrebbe andare a coprire e quali servizi prevedere».

Per Marco Garbin, direttore della skiarea Valchiavenna, comunque, non è che la nuova normativa sulla sicurezza abbia, di fatto, stravolto l’ordine delle cose.

«Diciamo che l’assicurazione, in buona misura, già gli sciatori l’avevano di loro - dice - e, quand’anche non l’hanno, gliela forniamo col biglietto. Chiediamo, in pratica, a ciascuno se l’ha o meno e gliela proponiamo. Oltretutto, molti la fanno con la tessera Fisi, che la comprende, oppure ci sono pacchetti offerti dai Cai o da altre associazioni. Più che altro, il prodotto, è utile per gli stranieri, che non erano assicurati e che, invece, ora, già l’agenzia di viaggi assicura, prima di partire. Il caschetto lo indossano, praticamente, tutti, anche gli adulti, da tempo, per cui la novità non si è sentita più di tanto».

Saranno i controlli delle forze dell’ordine a restituirci, sicuramente, un bilancio. Da lunedì, ricordiamolo, Green pass rafforzato in pista in tutta Italia.

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