Il ministro ticinese
contro gli italiani
Protesta il console

Dopo le dichiarazioni di Norman Gobbi per lo scandalo scoppiato in Ticino delle mazzette per i permessi di dimora

Se anche un sito propriamente non filo-italiano come Ticinolibero.ch ieri titolava a tutta pagina “La rabbia della Penisola contro Gobbi” significa proprio che il ministro ticinese Norman Gobbi l’ha combinata grossa.

Ma la notizia del giorno è che la frase riportata dal quotidiano zurighese Tages Anzeiger sul caso dei falsi permessi («E’ stato un errore assumere un italiano, soprattutto per l’Ufficio alla Migrazione. Questo per me non è accettabile», queste le parole di Norman Gobbi) ha fatto esplodere il più classico dei casi diplomatici. Proprio così.

«Se Gobbi ha effettivamente reso quella dichiarazione sarà difficile ignorarla. Stiamo seguendo il caso», ha affermato a “La Regione” il console italiano Marcello Fondi. Mentre il Segretario generale degli italiani all’estero per la Farnesina, Michele Schiavone, ha definito quella di Gobbi «un’altra boutade”. Due posizioni nette che - al di là dei toni decisi, senza mai uscire dal solco istituzionale - significano: addio rapporti di buon vicinato e soprattutto addio strette di mano e pacche sulle spalle. Lo stesso Michele Schiavone ha poi fatto notare che «il Ticino non può continuare a essere una regione medioevale all’interno dell’Europa». Parole pesanti come macigni. Insomma, lo strappo è ormai consumato e, al netto di improbabili retromarce da parte del ministro ticinese Norman Gobbi, questa (nuova) polemica - con tanto di intervento diretto del nostro Consolato - potrebbe ripercuotersi sulla firma dei nuovi Accordi fiscali tra Italia e Svizzera, su cui peraltro è calata da mesi una nebbia impenetrabile. Bordate a Norman Gobbi sono arrivate anche dai social network: «Anche il Ticino si è indignato. E questo è un segnale di civiltà. Gobbi fa tanto lo svizzero, ma non difende i valori svizzeri».

E ancora: «Spero che tutte le istituzioni italiane facciano presente a Norman Gobbi che dal nostro Paese lui ha solo da imparare». Anche buona parte della politica ticinese (notizia tutt’altro che scontata) non è stata a guardare, definendo quello del ministro ticinese un «atteggiamento puerile». Infine, ancora Norman Gobbi che venerdì sera ai microfoni di Tele Ticino ha ribadito il fatto che «in altre parti del mondo non vedo stranieri lavorare per il controllo di altri stranieri. Comunque sono pronto a rendere conto di quanto fatto. Il fatto che tutto ciò sia potuto succedere è un problema che riguarda alcuni meccanismi interni».

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