Il ministro: «Niente sci per Natale
Se va bene, a metà gennaio»

Le rassicurazioni di Boccia: «Si riprenderà quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo in gennaio»

«Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire». Nessun cambio di rotta dal confronto della conferenza Stato-Regioni di ieri.

Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia tiene il punto e gela, per la seconda volta nel giro di poche ore dopo il “disimpegno” di Bruxelles su eventuali imposizioni comunitarie, le speranze e le aspettative delle località italiane dell’arco alpino. «La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto - ha aggiunto Boccia -. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza. Anche in Germania si è scelta la linea della massima prudenza, nella consapevolezza che, come ha detto il ministro Helge Braun, davanti a noi ci sono mesi difficili, e questo vale fino a marzo».

Niente da fare: gli impianti non riapriranno per le vacanze di Natale. Non Italia. Una posizione condivisa non solo dalla Germania, ma anche dalla Francia e che potrebbe però non essere seguita dagli altri Paesi dell’Unione.

D’altro canto Bruxelles è stata chiara: «La decisione sull’attività sciistica è di competenza nazionale, non europea. Occorre prudenza nel revocare le misure anti covid perché questo può provocare la recrudescenza del virus», ma dalla Commissione europea arriveranno “solo” «raccomandazioni affinché le varie attività si svolgano in condizioni di sicurezza sanitaria».

Parole quelle del portavoce dell’esecutivo, Eric Mamer che, dopo gli insistenti appelli per il coordinamento europeo tra gli Stati lanciati a vario titolo e a vari livelli in questi giorni - dal Governo, alle Regioni passando per le associazioni di categoria locali, sono suonate come la prima doccia fredda della giornata perché convincere l’Austria, intenzionata a riaprire già all’inizio del mese di dicembre, e la Slovenia rimasta finora in posizione attendista a rinviare la stagione dello sci a gennaio sembra impresa quasi impossibile. Senza considerare, poi, che nella vicina Svizzera già si scia. Non a caso al tavolo della conferenza Stato-Regioni, davanti alla ventilata impossibilità di riaprire gli impianti, è stato chiesto almeno di vietare di varcare i confini.

Un problema serio per territori come quello della provincia di Sondrio, a due passi dalla confederazione elvetica, per il quale gli impianti rappresentano il traino della stagione invernale e dunque di tutto il comparto turistico. E infatti ci sono 4mila posti a rischio .

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