Il medico vicesindaco
volontario al Morelli
«Pazienti spaventati»

La scelta Lorenzo Grillo Della Berta otorinolaringoiatra e assessore a Sondrio. «Qui un grande staff al lavoro»

Primo turno di lavoro, quello di domenica mattina, nel reparto Covid del Morelli di Sondalo, per Lorenzo Grillo Della Berta, da vent’anni otorinolaringoiatra in ospedale a Sondrio e vicesindaco del capoluogo.

«Ero un poco disorientato - ammette -, perché, logico, non è il mio settore di attività, però, sono stato affiancato dal medico internista lì presente, che mi ha spiegato lo svolgimento del lavoro e mi ha trasferito tutte le sue conoscenze. Da questo punto di vista mi sono trovato benissimo. Una collaborazione, un gioco di squadra, incredibile, ho trovato al centro Covid».

E all’inizio di questa sua esperienza unica, esclusiva, Lorenzo Grillo Della Berta, 54 anni, di Sondrio, ma è già entusiasta. «Avevo dato la mia disponibilità anche durante la scorsa primavera - dice -, però, provenendo da una branca della medicina molto particolare e lontana dalla problematica Covid, certamente, mi sono state preferite altre figure. Questa volta il bisogno è tale per cui, le disponibilità di medici, infermieri e operatori che si presentano, vengono considerate maggiormente».

E, così, nel giro di pochi giorni, Della Berta ha “traslocato”, dal reparto di Otorino di Sondrio al centro Covid di Sondalo, e bardato di tutto punto, ha rotto il ghiaccio.

«Per prima cosa mi hanno insegnato la vestizione - dice - che è scrupolosissima, ma ancor più la svestizione, perché va evitata ogni contaminazione. Da questo punto di vista non manca niente. Casacca, pantalone, cuffia, tre paia di guanti, mascherina Ffp2, visiera, una schermatura massima a prova, credo, di qualsivoglia contagio. Poi, però, bisogna stare così, in reparto, per tutto il turno. Non ci si può allontanare, neanche per i bisogni fisiologici, per cui, la cosa è un po’ impegnativa e non tutti se la sentono di aderire. Io, però, ci tenevo a dare il mio contributo, per quanto posso, in base alle mie possibilità e competenze».

L’impegno

Per un impegno spalmato su tre turni, due da sei ore, al mattino, dalle 8 alle 14, e al pomeriggio, dalle 14 alle 20, mentre, il turno notturno è il più lungo, 12 ore in tutto. «Ho iniziato domenica, al mattino, oggi (ieri, per chi legge, nda), al pomeriggio, e, poi faccio venerdì notte, questo per almeno due settimane, poi vediamo, anche in base all’andamento della pandemia», dice il medico.

Che sta galoppando, tant’è che la pressione sull’ospedale sondalino è massima. «Io sono a contatto con pazienti di gravità intermedia - sottolinea Grillo Della Berta -. Tuttavia l’attività è impegnativa, incessante. Ci sono, da noi, parecchi pazienti fragili, anziani o con più patologie. Molti provengono dalle Rsa e sono disorientati, attaccati all’ossigeno, molto spaventati. Hanno bisogno di essere rassicurati. Perchè non sanno cosa li aspetta. Da un momento all’altro potrebbero migliorare, ciò che tutti speriamo, ma anche peggiorare. Una parola di conforto, per loro, è vitale».

Il personale

«Vorrei spendere una parola per le infermiere, però, - tiene a sottolineare il medico - perché corrono ininterrottamente. E’ una cosa incredibile. Bravissime, un grande staff»

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