Il lago sempre più basso
Ecco i danni alle sponde

Inchiesta sulla situazione delle rive che cadono a pezzi per i livelli che non salgono nonostante il maltempo. Colpa del Consorzio dell’Adda di Olginate che non trattiene l’acqua che entra

Nella giornata di sabato il livello del Lario ha lasciato sul campo un altro centimetro. A metà pomeriggio era a quota meno 8,8 sotto lo zero idrometrico. Il Consorzio dell’Adda di Olginate (che regola il livello del lago), insomma, tira dritto per la propria strada e neppure le vibranti proteste dei sindaci nelle ultime settimane (“A monte a valli si fanno utili, noi paghiamo i danni delle continue oscillazioni del livello del lago”, il sunto delle proteste) sono servite a far invertire - al Consorzio - la rotta. Nel lago entravano ieri pomeriggio 75.9 metri cubi d’acqua al secondo e ne uscivano 101.1.

E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, anche se non tutti i danni si notano dalla riva. Nella porzione di Isola Comacina che guarda verso Lezzeno i tratti di muri a secco - pluricentenari - stanno cedendo uno dopo l’altro. Si sono aperte in più punti crepe evidenti e addirittura profonde voragini. Senza più il lago che li protegge, ormai sono destinati a finire uno dopo l’altro sui fondali limacciosi.

Lo scenario nel canale dell’isola Comacina non è dei più edificanti. Ci sono barche capovolte sulle rive che fanno quasi da scudo ad altre barche, spiaggiate all’interno delle darsene.Il pontile su cui sarà ormeggiata a Ossuccio - una volta terminati i lavori di restauro - la “Velarca”, la celebre casa-barca donata al Fai. Il dislivello tra l’ultima porzione di pontile e il lago è quantomai evidente, per non dire imbarazzante.

L’inchiesta su La Provincia di domenica 25 marzo

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