Il crac di “Pane e Tulipani”
Caremi esce dal carcere

Inchiesta su fallimenti e false coop, l’imprenditore va ai domiciliari

Primi esiti dei ricorsi al tribunale del Riesame contro le ordinanze di custodia cautelare eseguite lo scorso 8 ottobre nell’ambito della maxi inchiesta sulle false coop riconducibili al commercialista calabrese Massimiliano Ficarra. Al no opposto alla richiesta di scarcerazione avavnzata dai legali di Bruno De Benedetto, ha fatto seguito ieri il parziale accoglimento di analoga richiesta presentata dall’avvocato Aldo Turconi per Alberto Caremi, l’imprenditore di Nesso, 66 anni, coinvolto nel crac del locale “Pane e tulipani”, caso confluito in un filone di indagine parallelo a quello delle coop. Accusato di avere svolto il ruolo di amministratore di fatto del locale, Caremi si è visto concedere una attenuazione parziale della misura: non liberazione ma arresti domiciliari.

La Procura (alla discussione in aula davanti al Riesame ha preso parte anche il pm Pasquale Addesso, titolare del fascicolo) si era opposta, difendendo la bontà delle richieste fondate su precise esigenze cautelari.

Soltanto sulle esigenze cautelari era stato proposto ricorso, non nel merito delle contestazioni. Caremi era stato interrogato poche ore dopo il fermo, dichiarandosi fin da quel momento estraneo alle contestazioni della Procura.

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