Il Covid è ripartito
Ma è più forte l’influenza

Boccardi: «Febbre alta e spossatezza» Necessario il tampone per dire di che virus si tratti Canella: «Se è più mite è perché siamo vaccinati»

E’ partito con l’influenza il mese di aprile, tant’è che ora siamo al testa a testa fra il virus di nuova generazione, cioè il Covid, e il virus “classico”, anche se soggetto a continue mutazioni influenzale.

In tanti dal medico

Con quest’ultimo che rischia di essere persino più aggressivo del primo, almeno per spossatezza conseguente a febbri da cavallo.

«Siamo di fronte a temperature che, nelle 48 ore, salgono fino a 39 gradi e oltre nell’influenza di stagione - assicura Mauro Boccardi, medico sentinella di Influnet, la rete nazionale che registra l’andamento influenzale -, mentre, di norma col Covid non vediamo temperature che vanno oltre i 38 gradi».

Ovvio si tratta di capire quando si può parlare di Covid e quando di non Covid e qui entra in ballo il ricorso al tampone, tornato in auge dopo un’ampia parentesi in cui sembrava finito nel dimenticatoio. Con punti tampone pubblici, i “drive through” che da prossimi allo smantellamento, sono tornati a funzionare di gran carriera.

«Sicuramente c’è un ritorno di Covid - assicura Boccardi, che è medico di medicina generale a Sondrio - perché solo la scorsa settimana ho avuto cinque casi e altrettanti nei primi giorni di quest altrettanti. Quattro i casi di influenza classica o sindromi parainfluenzal la scorsa, tre in questi ultimi giorni. Per quanto riguarda il Covid, anche se molto contagioso, i sintomi sono lievi e lo sono a sorpresa anche fra le persone non vaccinate che ho visitato. Ne ho avut alcune e anche per loro per fortuna, non ci sono state gravi conseguenze».

Resta tuttavia l’importanza della vaccinazione che ben evidenza Gianluca Carlo Canella, medico di medicina generale a Piuro e a Villa di Chiavenna «perché è vero che siamo di fronte ad un ritorno di Covid più mite, dal punto di vista della sintomatologia - dice -, ma questo si deve all’azione protettrice assicurata dai vaccini».

«E al riguardo - aggiunge - vale la pena di tenere alta l’attenzione e guardare alla prossima stagione con buona predisposizione, ancora, alla vaccinazione laddove verrà proposta, perché questo fiorire di varianti di ogni tipo, non aiuta. Anzi, preoccupa».

Preoccupazione

E alla prossima campagna vaccinale, ancor più se bivalente cioè con un prodotto sia anti Covid sia antinfluenzale, guarda con fiducia anche Carmen Pangrazzi, pediatra di libera scelta a Tirano e Grosotto, che, da almeno tre settimane si divide fra diagnosi Covid e influenzali.

«Il problema è che non facile fare la diagnosi perché i sintomi si sovrappongono - dice - ergo occorre prima effettuare il tampone per scongiurare che non sia Covid e poi curare le altre forme virali. Comunque l’influenza c’è, è tornata tardivamente e in contemporanea con il venir meno delle protezioni, mascherina in primis e con il via libera di fine marzo. Ancora invece con mia sorpresa non ho intercettato un solo caso di streptococco, e questo nonostante i numerosi test che effettuo su gole infiammate e doloranti».

Alle prese infine con una vasta gamma di forme virali, che non è neppure facile distinguere fra influenzali e parainfluenzali, è anche Bruno Glaviano, medico di base a Tresivio-Chiuro e coordinatore distretto della medicina territoriale di Sondrio 3.

«Tanti ancora i casi Covid, ma, altrettante le forme virali non respiratorie, bensì intestinali - assicura Glaviano - in particolare emerse dopo la nevicata di alcuni giorni fa. Sono fenomeni legati , spesso a cambiamenti climatici, anche se una spiegazione scientifica al riguardo non c’è».

Molti anche gli over 80 che in questi giorni chiedono al medico consiglio sulla quarta dose «protettiva verso le forme virali note non c’è dubbio - dice Glaviano -, però ora noi dobbiamo guardare a un prodotto, quello del futuro che metta al riparo il più possibile dalle varianti Covid che spuntano da ogni dove».

E che stanno preoccupando molto, la classe medica.

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