Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 30 Luglio 2015
Ici alle scuole paritarie, colpite le materne
In provincia di Sondrio sono 2000 i bambini che frequentano strutture per l’infanzia non statali. Per gli altri gradi d’istruzione c’è solo il Pio XII. Bartesaghi: «Un aggravio che peserebbe sulle famiglie»
Le scuole paritarie della provincia di Sondrio potrebbero essere costrette a pagare l’Ici e saldare l’imposta sugli immobili: la Cassazione ha infatti riconosciuto la legittimità della richiesta avanzata in tal senso nel 2010 dal Comune di Livorno nei confronti degli istituti paritari della città toscana.
E se, dunque, il Comune di Livorno dovesse “rivalersi” sulle scuole paritarie, lo stesso potrebbe accadere anche in tutto il resto d’Italia, comprese Valtellina e Valchiavenna. «Speriamo, però, che questa norma - evidenzia Giuliana Bartesaghi, presidente provinciale della Fism, Federazione italiana scuole materne - possa avere spazi di revisione. Si diceva che l’Imu andava pagata solo dalle attività commerciali e la scuola paritaria non è un’attività commerciale. Bisogna rendersi conto che non c’è alcuno scopo di lucro anzi, i bilanci delle scuole, non solo paritarie, chiudono sempre in rosso. E, quando si parla di scuole religiose sono le parrocchie che devono colmare questo “rosso”, ma non mi sembra giusto trattandosi di un servizio pubblico».
Ed essere costretti a pagare anche l’imposta sugli immobili peggiorerebbe la situazione, dal punto di vista economico, degli istituti paritari che, di conseguenza, dovrebbero poi andare a recuperare i soldi chiedendoli alle famiglie degli alunni: «L’aggravarsi di costi sul bilancio - conferma Bartesaghi - diventa un problema di conduzione della scuola. Non bisogna dimenticare che, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, una statale riceve dallo Stato settemila euro a bambino, mentre una paritaria ne riceve solo 500 a fronte di un costo di gestione, sempre a bambino, che oscilla tra i 3.500 e i 3.800 euro. Se a questa disparità economica si andasse ad aggiungere anche l’Ici, allora questi ulteriori costi andrebbero a gravare sulle famiglie. Senza considerare che, se venisse meno la scuola paritaria, che andrebbe in realtà definita non statale, ci sarebbero nuovi costi anche per lo Stato visto che i bambini andrebbero accolti nella scuola statale, passando da un costo di 500 a uno di settemila euro a bambino».
E, parlando di costi per le famiglie, questo tema andrebbe a toccare molte persone in Valtellina e Valchiavenna: sono infatti duemila circa i bambini che frequentano le scuole materne paritarie in provincia di Sondrio e questa cifra rappresenta il 40% del totale degli alunni di tutte le materne in provincia. Senza contare che, in altre località italiane questa percentuale sale anche all’80%. Per quanto riguarda, invece, le scuole elementari, medie e superiori, l’unico istituto paritario è il Pio XII di Sondrio.
Al di là, però, degli aspetti più puramente ideologici, il trattamento degli istituti paritari/non statali è ritenuto profondamente ingiusto da Giuliana Bartesaghi anche per altre ragioni: «Si assiste - sottolinea la presidente provinciale di Fism - ad una grossa anomalia e viene meno il principio sancito dall’Europa della libertà di educazione a parità di costi. Del resto si parla di allineamento all’Europa praticamente per ogni aspetto, tranne che per quanto riguarda la situazione scolastica. E, oltre all’Italia, solamente la Grecia non è allineata, proprio in ambito scolastico, alla situazione europea».
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