I sindaci in rivolta
«Lago, basta subire
decisioni di altri»

Monta la polemica sulla regolazione dei livelli. «Assurdo non avere voce in capitolo». Ieri ancora caos

Il giorno dopo l’ondata di piena, quando ormai il livello è in discesa, dopo avere toccato quota massima di 138.7 centimetri, si fa sentire la voce dei lariani, stanchi di dover subire, anziché governare, l’andamento di massimi e minimi del lago.

Sindaci decisi a dare battaglia, che colgono l’ennesima emergenza per scagliarsi contro la gestione dei livelli del Lario, decisi altrove e senza minimamente tenere in considerazione le esigenze del territorio. Uno schema, denunciano, che sta arrecando gravi danni all’economia lariana, oltre che essere causa di dissesto idrogeologico.

«Non è tanto l’evento eccezionale come questo a dar fastidio, ma l’impossibilità di poter intervenire direttamente, la frustrazione di non essere padroni del nostro destino» dice Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità di bacino del Lario e dei laghi minori, sede a Menaggio.

. «Non abbiamo voce in capitolo su nulla, da anni chiediamo un rappresentante lariano nel consiglio del Consorzio dell’Adda, che possa contemperare le esigenze dell’agricoltura con quelle di chi il lago lo vive tutti i giorni - dice Fiorenzo Bongiasca, sindaco di Gravedona e presidente della Provincia - Per prevenire emergenze come quella che stiamo vivendo o, al contrario, i periodi di siccità, sarebbe necessario realizzare dei bacini di raccolta delle acque. Ma se nel Consorzio non contiamo nulla, tanto vale avanzare proposte».

«È una situazione assurda - dichiara Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina - Il Lario non è una diga, è un ecosistema e come tale va trattato. Noi stiamo pagando un prezzo elevatissimo in termini di dissesto idrogeologico, di spiagge che spariscono, di fauna ittica che non si riproduce. Sarebbe ora di ribaltare la logica che ha governato finora i livelli del lago».

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