I morti sono 50
Un filo di speranza:
aumentano i guariti

Ieri altri 32 contagi, sette le vittime a Sondrio. Impossibile dar conto di tutti i defunti per il virus. Addio all’avvocato Mazza, padre dell’assessore all’Urbanistcia

Il quadro resta negativo. La diffusione del contagio in provincia di Sondrio non segna il passo. Il dato riferito ai morti pesa con un macigno.

Unica nota positiva - che dà un filo di speranza - l’aumento, significativo, dei pazienti dimessi, 85, nove in più del giorno precedente. Ciò detto, salgono a 355 i positivi, 32 in più del giorno precedente, e a 50 i morti, quattro in più rispetto a giovedì. Un numero impressionante, quest’ultimo, da scrivere e da pronunciare. Difficile elaborarlo nel proprio intimo. Ciascuna famiglia, ciascuna comunità, anche piccola, si sforza di farsene una ragione, senza, almeno a botta calda, riuscirvi.

Il caso di Sondrio

Il numero maggiore dei decessi, si evidenzia nel capoluogo, unica città della nostra provincia con più di 20mila abitanti. Sono sette in tutto, i sondriesi morti per o con coronavirus su un totale di 49 positivi. Il quadro è stato fornito nel corso dell’ultimo consiglio comunale, tenutosi ieri, in diretta streaming, in cui si è riferito anche della scomparsa dell’avvocato Bonaventura Mazza, 90 anni, padre dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Sondrio, Carlo, e del maestro e direttore d’orchestra Giovanni.

Impossibile dar conto di tutti i morti “corona”, cui, purtroppo, si aggiungono anche altri morti non accertati “corona”, ma che, con ogni probabilità, lo sono. Una parte dei residenti in casa di riposto e di anziani che si spengono nelle loro abitazioni, accuditi dai loro cari, con l’assistenza dei medici di medicina generale che, nelle situazioni più limite, prescrivono loro l’ossigeno.

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