Grosio, morì in gravidanza,
Nessuno è colpevole

Claudia Bordoni era deceduta insieme alle gemelline che portava in grembo a seguito di un’emorragia: assolte le due imputate

Si è chiuso con una doppia assoluzione il processo legato al caso di Claudia Bordoni, la donna di 36 anni, originaria di Grosio ma da tempo residente a Milano, che nell’aprile del 2016 era morta, insieme alle due gemelline che portava in grembo, nella clinica Mangiagalli dove era ricoverata.

Una ginecologa e unl’ostetrica erano accusate entrambe di omicidio colposo. Ma ieri pomeriggio, come detto, è arrivata la sentenza di assoluzione emessa dal giudice Vincenza Papagno della quinta sezione del Tribunale di Milano. Anche il pubblico ministero Maura Ripamonti, titolare dell’inchiesta aveva chiesto l’assoluzione nella sua requisitoria in aula.

Grazie all’accordo raggiunto a suo tempo erano già stati risarciti dalla clinica Mangiagalli il marito e i parenti di Claudia Bordoni. La transazione economica era stata formalizzata proprio in una delle precedenti udienze del processo. I parenti della vittima avevano così revocato la loro costituzione di parte civile ed erano usciti dal procedimento, così come ne era uscito anche il Policlinico-Mangiagalli, citato come responsabile civile.

Claudia Bordoni, al quinto mese di gravidanza, era arrivata alla Mangiagalli due giorni prima del decesso, e dopo altri due ricoveri a Busto Arsizio e al San Raffaele di Milano. Ricoverata nel reparto di Patologia della gravidanza era morta a causa di una violenta emorragia interna.

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