Gli imprenditori e il virus:
«Ora serve una reazione»

VALTELLINA - Ongaro: nessuno vuole arrendersi Fossati: devastante la cattivissima comunicazione

«Continuiamo a portare il nome di Sondrio nel mondo». Quella di Davide Ongaro, manager della Tessuti di Sondrio, è sia una dichiarazione di intenti supportata dai fatti, sia una richiesta di condivisione nei confronti degli altri attori dell’economia locale.

Un po’ come avviene nel principale centro della Lombardia, dove il sindaco Beppe Sala ha lanciato su Instagram l’hashtag #milanononsiferma, dallo stabilimento di via Tonale si sottolinea che «in Valtellina tutto va avanti». Perché nelle fabbriche, sulle piste da sci e in tutte le altre strutture ricettive e turistiche l’attività prosegue. «Nessuno vuole arrendersi e tantomeno fermarsi».

Il dirigente della Tessuti di Sondrio, azienda del Gruppo Marzotto da 33,5 milioni di fatturato, che in Valtellina dà lavoro a 156 dipendenti, si sofferma sulla centralità di una comunicazione adeguata. «È noto che la situazione attuale sta bloccando non solo l’economia in generale, ma più nello specifico anche il turismo - spiega Ongaro -. Noi portiamo il nome di Sondrio nel mondo, dagli Stati Uniti d’America all’Estremo Oriente, e vogliamo raccontare ai nostri clienti che non abbiamo fermato l’attività, che in Valtellina, terra nella quale abbiamo radici e attività, la situazione è sotto controllo».

Certo, alcuni provvedimenti specifici sono stati assunti. «Abbiamo seguito le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, diffondendo il vademecum per le azioni di base che consentono di tutelare le persone. Dal punto di vista aziendale abbiamo limitato gli ingressi di figure non prettamente legate alla nostra società. Per alcuni dipendenti è stato attivato lo smart working, in particolare per i lavoratori dei comparti commerciali che sono più portati a operare fuori dalla sede aziendale e possono limitare il ritorno a Sondrio e lavorare da casa».

La ricaduta

Sulla necessità di azioni efficaci sul piano della comunicazione non ha dubbi Massimo Fossati, presidente di Anef Ski Lombardia. «Siamo riusciti a tenere aperti gli impianti, ma si registrano moltissime disdette – spiega l’amministratore delegato delle Imprese Turistiche Barziesi, che rappresenta la maggior parte degli impiantisti valtellinesi -. Alcuni clienti ci chiedono il rimborso, anche se tutto funziona regolarmente, spiegandoci di avere paura. La ricaduta di questa cattivissima comunicazione è stata devastante. Adesso è il momento di reagire, per dire con chiarezza che non c’è alcun tipo di contagio sulle nostre piste».

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