Giovani vite scandite dallo smartphone

Lo studio a Tirano. Degni di riflessione i risultati dell’indagine di SoCare all’istituto comprensivo e alle superiori Pinchetti. Fra gli 11 e i 14 anni il 29 per cento usa il cellulare la notte, il 55 per cento mentre studia, il 90 per cento è sui social.

Il 29 per cento dei ragazzi fra la prima media e la prima superiore utilizza il cellulare anche di notte ed il 55 per cento lo usa mentre fa i compiti e studia. Ma il 51 per cento vorrebbe avere maggiori regole o un accompagnamento, da parte dei genitori, nella gestione dello smartphone.

Sono dati che fanno riflettere quelli emersi dalla ricerca “Famiglie e adolescenti in rete” realizzata all’istituto comprensivo di Tirano e all’istituto Pinchetti e che è stata presentata al cinema Mignon all’interno della rassegna “Costruiamo la comunità: dai social network alla comunità umana”. La ricerca, condotta dal centro di psicologia SoCare della cooperativa Forme, ha coinvolto 432 ragazzi con le loro famiglie, analizzandone l’uso dei social network, dei telefoni e di internet sia da parte degli studenti che dei loro genitori. «Gli studenti che hanno risposto a scuola ai questionari sono 432 – spiega Ivonne Biscotti, psicologa e psicoterapeuta della cooperativa Forme -, mentre i genitori sono stati 389 su 864. Uno scarto, questo, importante visto che in molti nuclei famigliari hanno risposto sia mamma e sia papà. Abbiamo analizzato i dati emersi separatamente, mentre in futuro faremo la correlazione fra risposta del figlio e del genitore identificati da un codice. Abbiamo diviso i ragazzi per fasce d’età: prima media, seconda e terza media insieme, prima superiore. In una visione generale emerge l’enorme diffusione dello smartphone in tutti, anche nei ragazzi più piccoli».

Alla domanda “Lo usi anche mentre...?”, il 29 per cento complessivamente dice di usarlo di notte e - analizzando le risposte per fasce d’età - il 13 per cento nella prima media (valer a dire ragazzini di 11 anni), il 31 per cento in prima e seconda media, il 33 per cento in prima superiore. La tendenza parla di una maggiore diffusione dello strumento e di una minore presenza del genitore in termine di garanzia. Alla domanda “Lo usi mentre fai i compiti”, il 55 per cento dice sì, di cui il 37 per cento in prima media, il 56 per cento in prima e seconda media, il 61 per cento in prima superiore.

Altri dati: il 90 per cento dei ragazzini di prima media è iscritto a qualche social, l’86 per cento in seconda e terza, il 98 per cento in prima superiore. In relazione ad Instagram: il 38 per cento dei ragazzi in prima media vi è iscritto e lo utilizza, con una sfasatura rispetto ai genitori che sono “rimasti” alla conoscenza di Facebook.

Rispetto al tema delle regole si denota una grande fatica da parte delle famiglie. Alla domanda se ci siano regole di utilizzo dello smartphone l’84 per cento in prima media dice sì, ma c’è un 16 per cento che dice no, mentre in prima superiore il sì si abbassa al 54 per cento. I genitori hanno detto di regolamentare i tempi (40 per cento), di dare consigli (46 per cento), di usare password o filtri (23 per cento), ma c’è qualcuno anche che sostiene di non voler “immischiarsi” perché deve dare fiducia al figlio. «Il tema della fiducia è grosso – afferma Biscotti -, ma qui si tratta di capire se i figli abbiano la maturità per gestirsi. Inoltre i genitori dicono di sapere che ci sono rischi che i ragazzi possano essere adescati da persone non rispettabili, ma non sanno declinare in modalità operativa la tutela. D’altro canto il 51 per cento dei ragazzi di tutte le età ha detto di volere maggiore controllo, a fronte di un 8 per cento che chiede maggiore libertà e meno regole. Infine, sono emersi due temi da parte dei ragazzi: la preoccupazione per il rischio di una qualche forma di dipendenza e i timori rispetto all’area della relazione con gli altri».

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