Fontana: «Non contro la zona rossa»
«Milano come Bergamo a marzo»

Il presidente della Lombardia: «Bisogna tenere conto di tutto quello che è stato fatto prima. L’ordine dei medici è sempre stato in una posizione conflittuale con la Regione. Altri esperti e scienziati invece la pensano in modo opposto»

«Credo che si debba rispetto a chi ha fatto sacrifici in questi ultimi dieci giorni. Abbiamo già posto limiti alla libertà dei nostri cittadini, ed era giusto che se ne tenesse conto. Poi sono d’accordo che si applichino le restrizioni, ma bisogna tenere conto di tutto quello che è stato fatto prima. L’ordine dei medici è sempre stato in una posizione conflittuale con la Regione. Altri esperti e scienziati invece la pensano in modo opposto. Le scelte che abbiamo fatto, le abbiamo fatte sulla base dei consigli del nostro Cts. Per carità è facile far polemica. Io voglio vedere i dati degli ultimi dieci giorni. Non li ho visti e li vorrei esaminare. Noi non facciamo l’elaborazione, quella la fa il Cts e loro non li hanno ancora valutati. Li hanno in mano da martedì e si incontrano sabato mattina. Io mi lamento di questo, avrei voluto almeno una risposta dall’elaborazione dei dati relativi agli ultimi 10 giorni». Così Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia su Rai Radio1 all’interno di Radio Anch’io condotto da Giorgio Zanchini.

Poi sulle Rsa: «Nessuno può entrare nelle Rsa, i dipendenti purtroppo a volte portano il virus all’interno. In questa fase e in questi momenti dovremmo tutti lavorare per portare a casa dei risultati positivi».

«La situazione che a marzo era concentrata su Bergamo ora è concentrata su Milano. La situazione a Milano è ancora grave forse come quella di marzo. Io non ho detto che non volevo accettare la zona rossa io ho detto che tutte le settimane andrebbero fatte delle valutazioni e pretendevo che si facesse una valutazione anche questa settimana. E invece verrà fatta sabato. Il virus molte volte si insinua in maniera subdola. Se fosse così semplice bloccarlo lo avremmo già bloccato in Italia e nel mondo. Evidentemente non è così facile.»

Infine, sui trasporti: «Non tutti i trasporti sono regionali, alcuni sono di amministrazione cittadina e sono quelli che creano maggiori preoccupazioni. Noi abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare. Ma non si possono aumentare le corse su una linea che è già coperta al 100%».

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