«Era una grossa discarica abusiva»
Denunciati anche otto imprenditori

L’indagine della Finanza: nell’area inerti e materiali senza autorizzazioni Sotto sequestro un area di 11 mila metri quadrati. Nel terreno sostanze inquinanti

Il nome scelto dalla Guardia di Finanza per questa inchiesta è stato “pollution”, che in inglese significa inquinamento.

Un nome non scelto a caso, visto che al termine di mesi di indagine si è arrivati al sequestro di un’area di 11mila metri quadrati, per l’accusa adibita a discarica a Poggiridenti e al sequestro anche di un escavatore . Ma non solo, l’inchiesta ha portato alla denuncia anche di otto imprenditori - tutti valtellinesi - accusati a vario titolo di violazioni al Testo Unico dell’Ambiente.

La cava è risultata priva di qualsiasi autorizzazione: la Finanza ha ricostruito sversamenti di materiali inerti, terre e rocce da scavo, plastiche, ferro e altri materiali, considerati dalla normativa vigente rifiuti pericolosi. Non c’erano amianto o altri prodotti particolarmente inquinanti e a rischio per l’ambiente, è bene precisarlo. Ma si trattava comunque di rifuti che andavano smaltiti seguendo procedure ben precise e non in questo modo. E nel periodo interessato dalle indagini (settembre 2018 – febbraio 2020), in questa zona è stato conferito un quantitativo di rifiuti calcolato in 396 tonnellate.

Le Fiamme Gialle sono state coadiuvate da tecnici dell’Arpa. che hanno effettuato il campionamento dei cumuli di materiali sversati e delle acque sorgive presenti all’interno dell’area annessa alla discarica. Le analisi chimiche - precisa la nota della Finanza -hanno accertato che è stata superata la soglia di contaminazione, solo sul terreno e non nell’acqua, previsto dalla normativa per i materiali pericolosi. È stata, infatti, appurata la presenza di idrocarburi, arsenico e cromo esavalente. In alcuni casi il valore di queste sostanze nocive era tre volte superiore alla soglia di contaminazione prevista dal Testo Unico dell’Ambiente.

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