Enpa, bilancio positivo, tra cani e gatti più di trecento adozioni

Nel 2019 c’è stato un affidamento a settimana. Soddisfatta la presidente Plozza: «Numeri importanti». Il microchip obbligatorio per i felini farà crescere i dati.

I numeri parlano da soli: 250 gatti e 88 cani affidati in un anno. Chiude il 2019 con un bilancio positivo la sezione provinciale dell’Enpa, Ente per la protezione animali presieduta da Sara Plozza, che gestisce la struttura zoofila di Busteggia sul territorio comunale di Montagna. «Possono sembrare pochi, ma per una realtà piccola come la nostra sono numeri importanti: 250 sono i felini affidati dalla struttura zoofila, a cui però si devono aggiungere i gatti che hanno trovato una famiglia grazie ai nostri volontari di zona e agli stalli casalinghi». Il che vuol dire che si supera «clamorosamente quota 300, in linea con lo scorso anno» sottolinea più che soddisfatta Plozza, con la speranza che il numero possa incrementarsi in questo 2020 dopo l’obbligo del microchip sui gatti entrato in vigore dal primo gennaio in Lombardia.

«Sicuramente i risultati non arriveranno nel giro di breve, ma credo che tra qualche anno, grazie al microchip felino, assisteremo ad una decrescita degli abbandoni indiscriminati». Alla struttura zoofila non ci sono solo mici, ma anche cani: «Ne sono stati affidati 88, che a mio giudizio è un risultato eccellente per un piccolo rifugio, gestito da soli volontari e con l’aiuto economico di chi ci sostiene da sempre, a cui va il mio sentito grazie. Le risorse di cui disponiamo derivano dalle raccolte cibo, da iniziative di solidarietà e da donazioni spontanee».

Un dato che acquista ancor più importanza, se si considera che in struttura «i box destinati ai cani sono solo 16. In media è andata a buon fine più di un’adozione a settimana. Se poi consideriamo che nel periodo estivo le adozioni subiscono una battuta d’arresto, poiché la gente va in vacanza e non ci pensa, possiamo tranquillamente dire che siamo riusciti ad affidare circa due cani a settimana». Degli 88 cani che hanno trovato casa, il 50% viene dal nostro territorio, il restante invece «è frutto di un progetto a cui teniamo molto: “Rete solidale” - spiega la numero uno di Enpa, entrando nei dettagli di questa iniziativa di recente nascita -. Ritengo che sia l’adozione migliore che si possa fare». Invece di comperare oppure scegliere di adottare un fedele amico a quattrozampe sui social oppure via Internet, «attraverso “Rete solidale” facciamo salire dei cani abbandonati dal Sud, principalmente dalla Puglia, grazie alle sezioni Enpa di quel territorio».

Il cane arriva alla struttura zoofila, dopodiché «lo facciamo conoscere alle persone interessate ad adottarlo. Oppure, se ad esempio hanno già un altro cane in casa, si dà loro la possibilità di scoprire se l’animale che stanno per adottare, riesce a convivere in famiglia». “Rete solidale” si traduce in concreto «in un’adozione molto più consapevole e migliore di quella che si fa al buio affidandosi ai social o alla Rete. Questo è un progetto a cui tengo molto e che intendiamo portare avanti convinti della sua validità».

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