E ora l’ottimismo
La ripartenza
si fa con il sorriso

Negozi al lavoro e i bar servono all’aperto. «C’è entusiasmo, il nuovo inizio sembra molto positivo»

Se non fosse per le mascherine a marcare l’eccezionalità del momento e i cartelli che invitano agli ingressi contingentati, si potrebbe pensare alla normalità di una giornata quasi estiva in città. Tante persone a spasso, tavolini dei bar all’aperto pieni, chiacchiericcio del risveglio post domenicale nelle vie. Quelle vie che provano a tornare a respirare normalità dopo tanto tempo.

Una ripartenza che meglio di così per i commercianti di Sondrio, costretti per due mesi all’inattività, non poteva andare.

Sarà segnato con un sorriso sul calendario questo 18 maggio così tanto atteso. In una fase 2 che diventa operativa per la gran parte delle attività, anche se non ancora tutte.

Alla riapertura dei negozi e dei bar ieri mattina, in un lunedì che somigliava più ad un sabato (negozi non alimentari pressoché tutti aperti in centro), quello che si respirava nell’aria era entusiasmo, energia. «Un inizio brillante» come lo definisce Giorgio Balgera del negozio Upim di via Dante.

Un’elettricità positiva condivisa dai titolari della attività e dalla gente che ha voglia di provare a sognare normalità. I commercianti sorridono lungo le vie, davanti agli ingressi delle loro botteghe. Si scambiano sguardi ed opinioni. Indossano le magliette bianche dal logo “#ripartiamo insieme” pensate per unire in un abbraccio, intanto ancora solo simbolico, tutta la città, «perché - ripetono - se la città vive lo fa grazie a tutti e all’impegno di ciascuno». «La città ha voglia di ricominciare - dice Christian del negozio On off, uno dei promotori dell’iniziativa -. Il clima è quasi surreale, c’è un’euforia palpabile da parte di tutti. Noi sicuramente abbiamo voglia di lavorare, di fare». E di condividere anche uno spirito di comunità mai così forte. Lo testimoniano le 400 magliette già distribuite tra gli esercenti della città, in attesa che altre ancora ne vengano stampate «perché - dice ancora Christian - il senso è quello di coinvolgere tutti, nessuno escluso» in un’iniziativa che è appena partita ma che non si fermerà e che, soprattutto, non ha alcuna intenzione di mettere barriere.

Certo resta la paura, le incognite sono tante per un settore che già prima dell’emergenza sanitaria non godeva di una salute invidiabile. Anzi. Ma intanto si va, un passo alla volta.

Al negozio degli scampoli - mai stoffe ed elastici sono stati così popolari - c’è la coda per entrare: le regole sono rigide e i titolari si preoccupano di farle rispettare senza alcuna eccezione.

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