Questa sera tributo a Donizetti
con Le Primavere di Lecco

Al teatro della Società andrà in scena una rivisitazione fedele ma libera dell’opera del musicista e si parlerà del suo legame con la terra lombarda. Ingresso libero e gratuito, potete iscrivervi a [email protected]

Martedì 17 maggio alle 21 al Teatro della Società a Lecco, andrà in scena “Donizetti Revolution” di Francesco Micheli, primo appuntamento con la terza edizione delle Primavere di Lecco organizzate dal quotidiano “La Provincia”. Ingresso libero e gratuito, se volete potete iscrivervi con una mail a [email protected]

Regista, divulgatore e direttore artistico della Fondazione Donizetti, Francesco Micheli presenterà una fedele ma libera interpretazione dell’opera di Donizetti. Si parlerà del legame di Donizetti con la terra lombarda, del suo percorso artistico e del perché Donizetti sia uno dei compositori italiani più rappresentati e amati nel mondo. Abbiamo chiesto proprio a Francesco Micheli di sintetizzarci la sua originale proposta:

«Non si tratta di uno spettacolo vero e proprio, sarà una conferenza sui generis, un viaggio tra materiali diversi, una narrazione per mostrare quali siano gli aspetti caratteristici della poetica di Donizetti; aspetti che lo rendono diverso da Verdi e da Rossini. “Donizetti Revolution” sarà uno spettacolo narrato, verrà raccontata la vita del musicista attraverso immagini, musica, esecuzioni dal vivo con la presenza del baritono Bruno Taddia. Ci saranno riferimenti a opere come “Lucia di Lammermoor” e “L’elisir d’amore”, ma anche a pagine meno frequentate, per mostrare quanto Donizetti sia stato un compositore rivoluzionario».

Un lavoro, quello di Micheli, che vuole far conoscere l’opera anche a coloro che non la frequentano e non ne sono appassionati: «Mi sforzo di presentare il melodramma nel modo più accattivante possibile, ma è uno sforzo per modo di dire perché l’opera è una forma d’arte popolare. Fino a qualche decennio fa in ogni città c’era almeno un teatro d’opera e tutti lo frequentavano. Ora le cose sono cambiate, la tecnologia ha rivoluzionato tutto, anche la musica, ma l’opera invecchia molto bene e tiene il confronto con la pop music. Sostenere e divulgare l’opera è una battaglia fondamentale perché è una delle espressioni che caratterizzano il made in Italy. Insieme alla moda e al cibo, il melodramma è uno dei titoli distintivi dell’Italia. Tra le giovani generazioni sono solo gli italiani a trascurare l’opera. Anche per questo il mio “Donizetti Revolution” vuole essere un piccolo gesto per aiutare i più giovani ad avvicinarsi a questo mondo».

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