Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 09 Marzo 2017
«Di leucemia si guarisce, ma bisogna affidarsi a strutture e cure serie»
Sabato a Sondrio Univale punterà i riflettori su “le terapie oncologiche tra presente e futuro” - Bordoni: «No alle scorciatoie e a chi promette miracoli»
Il cancro quando arriva è come un fiume in piena, una valanga, un terremoto che sconvolge la vita delle persone catapultandole in un’altra dimensione, sospesa tra la vita e la morte. Un passaggio delicatissimo, denso di sofferenza di cui hanno scelto di farsi carico, ormai dal 1990, i soci fondatori e i volontari dell’Univale, l’associazione di Sondrio che assiste i malati di tumore e le loro famiglie. Sono soprattutto i genitori di bambini e ragazzi coloro che bussano alla porta dell’Univale e attualmente sono undici i minori assistiti dal sodalizio presieduto dal dottor Gabriele Bordoni, responsabile servizi medicina laboratorio dell’azienda ospedaliera di Sondrio, ormai prossimo alla pensione, anche se, precisa, non lascerò la onlus.
In ventisette anni di attività, il sodalizio ha accompagnato centodiciotto pazienti, malati leucemici o emofiliaci, per lo più in età infantile, quella maggiormente esposta a questo tipo di patologie. «Oggi, rispetto a quando abbiamo iniziato, di leucemia si guarisce, anche nel 95% dei casi - sostiene Bordoni - grazie alle nuove terapie e anche grazie al trapianto di midollo osseo, ma è importante affidarsi a strutture serie, a specialisti che fondano le cure sulle ricerche della scienza e non a persone che promettono guarigioni miracolose, scorciatoie che eliminano radioterapia o chemioterapie, come il metodo Hamer, di cui si sono occupate le cronache anche di recente».
Dell’orizzonte delle terapie oncologiche e della necessità di fare scelte fondate e più consapevoli si parlerà sabato, dalle ore 15,30, nella sala Vitali per sgombrare il campo da falsi miti, da miraggi di cure che non hanno nulla a che vedere con la medicina ufficiale, quella che ad oggi ha dato i risultati migliori e certi, anche se ancora molto c’è da fare, anche nel campo della prevenzione di cui si parla sempre troppo poco. «È vero, uno stile di vita e alimentazione sani dovrebbero essere sempre al primo posto, anche come indicazione medica - afferma il presidente di Univale - negli ultimi anni c’è la tendenza a ricorrere troppo frettolosamente ai farmaci, anche solo per un lieve mal di testa, mentre basterebbe a volte fare maggiore attenzione alla dieta e alle abitudini di vita quotidiana».
Leggi l’approfondimento su La Provincia di Sondrio in edicola il 9 marzo
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