Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 11 Ottobre 2015
Della Bitta alza la voce: «Specificità montana? Per adesso solo sberle»
Intervento del presidente della Provincia: «Non stiamo al passo con le riforme? Del Barba sbaglia, stiamo lavorando duramente, ma vediamo solo tagli».
La querelle sugli emendamenti in Senato è «materia tecnica», ma quel riferimento alle istituzioni locali proprio non l’ha digerito. E così il presidente della Provincia Luca Della Bitta lancia un affondo contro il senatore del Pd Mauro Del Barba: «È giunto il momento che dica con chi sta, da Roma arrivano solo sberle e poi dobbiamo anche sentirci dire che non ci diamo da fare per stare al passo con le riforme». E dal mondo politico locale Forza Italia e Popolari retici, oltre alla Lega, attaccano le dichiarazioni del senatore morbegnese.
A far arrabbiare Della Bitta è stato un passaggio della nota diffusa venerdì da Del Barba in risposta al senatore leghista Jonny Crosio, sugli emendamenti alla riforma costituzionale relativi alle Province di Sondrio e Belluno. «Spero – ha dichiarato Del Barba - che anche chi ha responsabilità istituzionali a livello locale ed ha fin qui esitato si dia da fare per stare al passo con le riforme e cogliere appieno, sostenendola nei fatti, la storica opportunità del riconoscimento della specificità montana». Per poi aggiungere: «Si conferma in Costituzione quanto sono riuscito ad inserire nella prima lettura, ovvero la salvaguardia della legge Delrio e della specificità montana, cui si aggiunge l’emendamento approvato sul “regionalismo differenziato”».
Frasi che il presidente della Provincia non ha mandato giù. «Da un anno con il territorio stiamo lavorando duramente per tradurre in concreto la riforma - afferma -. Chi secondo Del Barba esita, sul territorio sta lavorando gratis e non eletto dai cittadini per tradurre in cose concrete il principio della Delrio». E anche sulla discussa riforma, secondo il presidente della Provincia c’è molto da dire. «Vorrei capire a quali opportunità faccia riferimento il senatore, perché con la Regione siamo arrivati alla legge 19 che mette nero su bianco elementi importanti come la competenza sulle grandi derivazioni e ha garantito le risorse per portare avanti l’attività dell’ente, mentre da Roma arrivano sberle».
L’elenco è lungo, sottolinea il presidente di palazzo Muzio, e tocca tanti ambiti. «A livello nazionale, finora la specificità montana ha significato la Prefettura a rischio di accorpamento - afferma -, con le ricadute sulla Questura e sui comandi della guardia di finanza e dei vigili del fuoco, nessuna differenza nei prelievi da parte dello Stato sui nostri bilanci, niente deroga sulla sostituzione dei dirigenti che vanno in pensione. In più l’Agenzia delle entrate sta chiudendo due sportelli periferici, le Poste pensano ad una razionalizzazione, le scuole devono applicare gli stessi parametri degli altri territori. La specificità montana deve tradursi in tutti i settori della vita pubblica, altrimenti è una presa in giro».
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