Covid a scuola
I pediatri: «Così è un delirio»

Boom di chiamate La dottoressa Mezzabotta dura con l’Ats: «Mancano ancora le linee guida e non sappiamo nulla»

Sondrio

Tre chiamate da altrettante mamme sulla linea dedicata sono giunte a Nella Mezzabotta, pediatra di famiglia a Sondrio, medico sentinella Influnet e rappresentante provinciale di categoria della Simpef (Sindacato medici pediatri di famiglia), nel giro dei venti minuti passati al telefono, con chi scrive, ieri mattina, alle 9.40.

«È un delirio, un delirio sotto ogni profilo. E siamo solo all’inizio, perché non oso pensare - dice Mezzabotta - a cosa accadrà quando saremo nel picco dell’influenza classica. E non avremo a che fare con febricciattole che vanno e vengono, ma con temperature ferme a 38-39, fin 40 gradi. Né io, né le mie e i miei colleghi, riusciamo a rappresentarci, compiutamente, lo scenario futuro, ma siamo preoccupati. Anche perché le famose linee guida, indicazioni generali, dall’Ats della Montagna, non sono affatto pervenute».

Esattamente un mese fa, era il 23 agosto, la stessa pediatra di famiglia, facendosi interprete delle richieste anche dei suoi colleghi, o di buona parte di essi, si parla di 15 pediatri convenzionati col Servizio sanitario nazionale attivi in provincia di Sondrio, aveva caldeggiato l’emanazione da parte di Ats di linee guida che potessero costituire un faro illuminante anche per la categoria rispetto a come comportarsi in presenza di sintomi simil Covid.

«Non è pervenuto nulla - precisa Mezzabotta -. Basti dire che abbiamo appreso, almeno io sicuramente, dai media del contagio che ha riguardato una classe di Chiuro, così come abbiamo appreso dai media dell’introduzione della corsia preferenziale per gli studenti con sintomi simil Covid, di un’ora al giorno, ai drive through allestiti nei capoluoghi di mandamento della nostra provincia, e neppure dell’istituzione del referente Covid siamo stati informati. Neanche nell’area dedicata ai pediatri che c’è sul sito Ats è stato indicato alcunché. Non è per polemizzare a tutti i costi, ma è una constatazione di fatto».

Senza risposta

E senza risposta, al momento, è rimasta anche una lettera che Nella Mezzabotta ha indirizzato al proprio referente dipartimentale in Ats, e, per conoscenza al direttore sanitario e generale della medesima, «in cui sottopongo il tema delle vaccinazioni antinfluenzali per i bimbi dai 2 ai 5 anni - dice la pediatra -, molto opportunamente introdotte da Regione Lombardia, con nostra somma soddisfazione. Tuttavia, non capiamo perché, nella nostra Ats, non già nelle altre, si è deciso di farle fare a noi quando andrebbero fatte dai centri vaccinali. Non è una nota sindacale, questa, è una questione organizzativa, perché alcuni sono attrezzati, a livello di logistica ambulatoriale per farle, altri no. E, in epoca Covid, diventa un problema serio gestire i pazienti».

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