Coronavirus: l’Istituto Negri
«Ormai superato il picco»

Cauto ottimismo dall’analisi dei dati: «Siamo sulla strada giusta, ma saranno cruciali i prossimi giorni per definire il fenomeno»

È un messaggio di cauto ottimismo: «I dati si muovono secondo una curva epidemiologica costante e la curva procede come ci si aspettava. Entro due settimane vedremo effetti positivi. Siamo sulla strada giusta, ma saranno cruciali i dati della prossima settimana per definire con esattezza la dinamica del fenomeno». Andrea Remuzzi insegna Ingegneria Biomedica all’Università e ha collaborato per anni con l’istituto Mario Negri. Una voce autorevole per spiegare i dati in continua evoluzione e spesso contrastanti del fenomeno coronavirus, diramati ogni giorno nei bollettini regionale e nazionale. «Il trend dei contagiati in Lombardia, nonostante la variabile dei tamponi, è in linea con una curva epidemiologica senza grosse variazioni. Sta procedendo, la tendenza è stabilizzata e in teoria non può che scendere nei prossimi giorni. La velocità con cui aumentano i nuovi contagi continuerà a diminuire nei prossimi giorni. Poi, siccome aumenta il numero dei guariti, è probabile che in settimana si comincerà a vedere un trend interessante del totale dei pazienti che hanno l’infezione adesso».

Come leggere i dati

Ma come leggere allora la crescita dei contagi? «Il numero totale dei pazienti infetti continuerà ad aumentare come somma di tutti i test risultati positivi e a un certo punto si stabilizzerà a un valore che rimarrà costante. Ma, essendoci ogni giorno pazienti che guariscono e alcuni che muoiono, i pazienti affetti dal virus cominceranno a diminuire come numero. E a scalare, con una coda piuttosto lunga, continueranno a scendere. Questo se però rimarrà confinato tutto come adesso e le misure restrittive non cambieranno. Quindi un invito a non enfatizzare le variazioni da un giorno all’altro».

«Cauto ottimismo»

E poi aggiunge: «Queste variazioni sono un po’ il rumore di fondo. L’incremento dei nuovi pazienti contagiati ha ormai quasi superato il picco, la curva da adesso in poi inizia a prendere una pendenza minore. La curva perderà pendenza fino ad azzerarsi. Ma ci possono essere sempre delle variabili nel tempo». Cauto ottimismo emerge anche dalle considerazioni di Guido Bertolini, epidemiologo dell’istituto Mario Negri e componente dell’unità di crisi della Regione: «Abbiamo fatto valutazioni su nostri modelli. Il picco dei nuovi casi lo abbiamo superato. I casi che arrivano in ospedale hanno un ritardo rispetto ai nuovi casi che si verificano, nel senso che la patologia si aggrava dopo 8 giorni. Oggi vediamo arrivare in ospedale quelli che si sono ammalati una decina di giorni fa. Se invece si guardano i dati ospedalieri, sembra che la curva sia ancora in ascesa. Non è così, le misure di contenimento del contagio stanno facendo effetto. Siamo nella fase di discesa rispetto alla malattia. Cio si ripercuoterà non subito su accessi in ospedale e ancor più tardi su quello delle rianimazione, perché il paziente va in rianimazione dopo un tempo ancora maggiore. Bisogna essere ottimisti rispetto al trend, c’è ancora da soffrire, perché passato il picco, siamo in fase in cui ci sono ancora tanti nuovi casi al giorno».

Discorso tamponi. «Qui si fa confusione. L’aggiornamento giornaliero è uno scotto che si paga. I dati dei tamponi bisognerebbe analizzarli nel momento in cui è stato fatto il tampone, non quando è stato refertato. Se oggi mi arrivano i tamponi di una settimana fa, non sono certo da considerare dei casi nuovi. Bisogna essere prudenti, c’è variabilità. I tamponi non vengono smaltiti tutti in tempo reale ma in giorni diversi. Bisogna essere meno attenti ai dati giorno per giorno e fidarsi maggiormente delle analisi degli esperti per non ingenerare falsi allarmi o false rassicurazioni».

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