Come far rinascere l’albergo Scerscen
La tesi di Matteo sul futuro del rifugio

Valmalenco Fancello spiega come rilanciare il ghiacciaio dove si sciava d’estate negli anni ’80

Matteo Fancello è un ragazzo bolognese di 25 anni che lunedì 6 aprile si è laureato in architettura magistrale all’Università di Firenze, discutendo la tesi “Un nuovo scenario d’alta quota per il ghiacciaio dello Scerscen”; l’elaborato - sviluppato con l’appoggio, non solo dell’università di Firenze con il relatore Giuseppe Ridolfi, ma anche dal politecnico di Torino con il correlatore Roberto Dini - è stato discusso in teleconferenza e propone la riqualificazione dell’ex albergo rifugio Scerscen, una storica struttura che negli anni Ottanta permetteva alla Valmalenco di offrire ai turisti - in maniera un po’ avventurosa - anche lo sci estivo, prima di venire chiusa per ragioni finanziarie qualche anno più tardi.

L’ex rifugio Scerscen è ancora lì, ma in condizioni fatiscenti, mentre l’omonimo ghiacciaio, a causa del surriscaldamento globale, non è purtroppo più quello di quarant’anni fa.

Matteo ha una proposta interessante, rigenerare l’area dello Scerscen realizzando un bivacco fisso per l’escursionista autonomo e un Centro delle guide alpine locali suddivise in due edifici, tre strutture architettonicamente armoniche e complementari tra loro: la prima sulla cresta dove ora c’è l’ex rifugio Scerscen, diverrebbe un bivacco; per la seconda e la terza struttura verrebbero ristrutturati i due edifici sottostanti, ossia quello che era l’alloggio per gli operai che lavoravano alla costruzione del rifugio e l’autorimessa-magazzino per macchinari e attrezzature; tutti insieme andrebbero a costituire il centro per le guide alpine.

Matteo ha una passione sfrenata per la montagna, come detto è bolognese ma il nonno - che non ha mai conosciuto, perché spentosi nel 1975 - era originario della Valmasino.

«Ho avuto voglia di andare alla riscoperta delle mie origini valtellinesi - racconta, Matteo -, e credo di avere una vera e propria malattia per la montagna, non riesco a farne a meno. Con un amico fotografo e filmaker - Nicola Biagetti - ho trascorso cinque giorni al rifugio Longoni, ospite di Elia Negrini.

Durante la permanenza abbiamo girato un filmato - disponibile sulla piattaforma Vimeo - dal titolo “Ghiacciaio Scerscen - Tesi architettura Matteo Fancello” - e ho parlato con guide alpine esperte come Gianluca Maspes e Michele Comi.

Per Matteo l’area dello Scerscen «è completamente abbandonata ma ha un potenziale gigantesco: è molto famosa sul piano scientifico, costituisce il punto di collegamento tra due placche - una europea e una africana – e contiene una serie di gallerie che hanno dato vita al famoso progetto “Valorizzazione delle grotte dello Scerscen in 3D”, ed è anche considerata l’Islanda delle alpi grazie ad alcune ‘pozzanghere’ sulfuree».

Due ore di arrampicata

«Un’altra risorsa - aggiunge . è costituita dalle tante vie per andare a fare roccia, ma tuttavia un escursionista difficilmente farà due ore a piedi per andare ad arrampicare; da qui è nata la mia tesi di laurea che prevede la costruzione di un edificio che possa ospitare una guida alpina e un escursionista per più giorni, favorendo così un binomio tra queste due figure; se mi passate il parallelismo, sarebbero un po’ come Dante accompagnato da Beatrice in quel paradiso che è la Valmalenco».

«Penso che - conclude lo studente - così facendo si potrebbe riportare in vita un luogo che ora è abbandonato; sappiamo tutti che di lì passa l’Alta via della Valmalenco e vedere un edificio come l’ex rifugio Scerscen in quelle condizioni è come avere una Ferrari in garage senza la benzina».

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