«Ci si ammala anche a 27 anni
E vi assicuro che è dura»

Chiara Berandi, maestra d’asilo di Tirano, racconta i sintomi della malattia scoperta dopo un malore domenica

Ammalarsi di Covid a 27 anni? Si può. Anche se si sono assunte tutte le precauzioni del caso. Magari non si finisce all’ospedale, per quanto ci siano già giovani ricoverati a Sondalo, ma l’impatto con la malattia resta molto impegnativo. Ce lo descrive Chiara Berandi, 27 anni, di Tirano, maestra in una scuola per l’infanzia, che ha fatto “coming out” sul proprio profilo Facebook, decisa a richiamare tutti alla massima attenzione, perché si tratta di una malattia dal decorso difficile.

«Ho cominciato a non star bene domenica pomeriggio, intorno alle 16 - racconta -. Prima niente, ho mangiato tranquillamente, stavo benissimo. Improvvisamente mi ha preso un forte freddo, ma non avevo febbre. Che è comparsa venti minuti dopo, a 38. La gola era secchissima ed ho pensato ad una tracheite acuta, che mi era già capitata in passato».

Al Covid, proprio, non aveva pensato, Chiara, «perché prendo tutte le precauzioni del caso, qui, in casa, dove vivo con la mia famiglia, nella vita di tutti i giorni, e, ancor più, sul lavoro - assicura -. Siamo tutto il giorno a contatto coi bambini e seguiamo un protocollo rigidissimo che prevede igiene personale e del vestiario, il cambio delle scarpe all’ingresso dell’asilo, l’uso dei dispositivi di protezione, il lavaggio continuo delle mani, una serie di regole attentamente applicate. Tra l’altro, al di la del lavoro, vedo anche poche persone».

Non saprebbe mai risalire, Chiara, al come ha preso il virus, però, è un fatto, che il tampone di riscontro è stato positivo. «L’ho fatto per puro scrupolo, lunedì, - assicura - e l’esito l’ho avuto subito, martedì mattina, ma non me lo aspettavo positivo, invece...». Da lì è scattato l’isolamento, anche se Chiara era già in casa da domenica, e la quarantena condotta nella propria camera, dove la giovane rimarrà fino al termine del percorso.

«È dura - assicura -. Lo voglio dire, soprattutto, per coloro che non credono in questa malattia. Non è facile. Io ho un carattere forte e un buon sistema immunitario, per cui cerco di reagire psicologicamente e fisicamente. Però stare così, isolati, è terribile. Poi è una malattia a fasi alterne. Io passo dei lunghi periodi in cui sto benino, e, poi, dei quarti d’ora che non so descrivere. Terribili. Febbre non ce n’è, è fissa a 37, però, una gran sete, totale perdita dei sapori, vertigini, problemi gastro intestinali, fiato cortissimo, non manca niente». Neanche dal punto di vista dei medicinali. Ne ha una scorta incredibile, Chiara, che si fa tutto da sola, anche le eparine sottocute. «Io che ho il terrore dell’ago... - assicura -. Ma ho di tutto, antibiotici, cortisone, fermenti lattici, vitamine B e C, gastroprotettore, saturimetro e termometro a portato di mano».

La tecnologia aiuta

A farle compagnia i tanti amici che le scrivono in chat o la chiamano al telefono. «La tecnologia aiuta, indubbiamente, - dice - ma la fatica è enorme. Invito tutti, per prima cosa a non essere timidi e non vergognarsi di questa malattia, che può colpire tutti, e, soprattutto, a osservare le regole imposte diversamente si fa durissima». Concetti ripresi anche da Franco Spada, sindaco di Tirano, sul proprio profilo Facebook, che si è subito messo in contatto con la sua concittadina apprezzandone l’uscita pubblica.

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