Chiareggio, strada riaperta
Ma ai turisti non basta

Molti volevano scendere già ieri mattina. Insulti al sindaco Petrella: «Noi abbiamo fatto l’impossibile»

Chiareggio strappata all’isolamento. E in tempi record. Perchè in meno di 48 ore l’emergenza è rientrata. Nonostante tre vittime, due feriti, fra cui un bimbo ricoverato in Terapia intensiva, anche se in miglioramento, e più di 20mila metri cubi di materiale che, ancora, incombono sul fondovalle.

L’ora ics è scattata alle 15.30 di ieri, quando, fra le polemiche, Renata Petrella, sindaco di Chiesa in Valmalenco, ha firmato la tanto attesa ordinanza, quella che sanciva la riapertura, controllata, della strada Chiesa-Chiareggio all’altezza della valle del Nevasco, ostruita dallo smottamento.

Il transito sarà possibile, a senso unico alternato, dalle 7 alle 19, purchè siano presenti una serie di condizioni. In primis, occorre che vi sia sempre visibilità sufficiente a controllare, a vista, la vallata del Nevasco, per monitorare la frana, e, altro punto nodale, bisogna che non piova, perchè in tal caso, anche se non si tratta di pioggia battente, il transito va sospeso. Dopodichè il tratto sul Nevasco va percorso a 20 km/h e va tenuta la distanza minima di 50 metri dal mezzo che precede. Sul posto è prevista anche la vigilanza degli agenti della Polizia locale, guidati dal comandante Tiziano Rama, e degli uomini della Protezione civile, tenuti a monitorare che sussistano le condizioni di sicurezza.

Perchè, inutile negarlo, il punto resta delicato. «Non lo dico io, ma lo dicono i tecnici che hanno effettuato i sopralluoghi del caso - precisa il sindaco Petrella - . Perché subito dopo il dissequestro della strada, alle 17 di giovedì, dal momento che i vigili del fuoco avevano informato sia il Comune sia la Prefettura circa il pericolo che il ponte non fosse in grado di sostenere il transito veicolare, abbiamo commissionato subito, mezz’ora dopo, una perizia ad hoc, consegnatami, alle 21.30 della sera stessa, dall’ingegnere incaricato (Ettore Cabello, nda). Perizia secondo la quale il transito era possibile, ma a senso unico alternato e a bassissima velocità. Sempre alle 21.30 i geologi mi hanno consegnato la loro perizia sul corpo frana evidenziando che avrebbe potuto muoversi, a monte, anche con piogge normali. Entrambe le relazioni sono state inviate in Prefettura per essere esaminate nel Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi questa mattina, alle 11 (ieri mattina, per chi legge, nda). Alle 14 è giunto il responso positivo del Comitato ed abbiamo subito steso l’ordinanza di apertura. Più di questo non potevamo fare».

Passaggi necessari, a tutela della sicurezza pubblica, tuttavia rimasti incompresi, anzi, osteggiati con virulenza, da un gruppo di turisti incolonnatisi, ieri mattina, alle 8, nei pressi del Nevasco sperando di poter lasciare Chiareggio. E che, quando il sindaco, alle 12.30 li ha radunati per spiegare la situazione, cosa che ha fatto subito dopo con gli operatori locali, si sono scagliati con parole veementi contro la medesima.

«Una cosa inaccettabile, vergognosa, - evidenzia Miro Fiordi, banchiere, storico frequentatore di Chiareggio, che ha seguito tutta la vicenda da vicino -. Al di la delle connotazioni politiche, che non mi interessano, il sindaco si è speso in ogni modo e tutta Chiareggio, e non solo, lo ha fatto. Forze dell’ordine, protezione civile, soccorritori, volontari, escavatoristi, tutti. Una corsa contro il tempo. E’ stata allestita persino una navetta di elicotteri per portare persone a valle. Una reazione corale di tutto il paese, abituato a coccolare i turisti e su cui la tragedia occorsa al Nevasco pesa come un macigno. Nessuno, dico nessuno, è stato abbandonato».

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