Cervi uccisi al Pian di Spagna
E scatta l’allerta aviaria

Da Ats le indicazioni da seguire fino alla fine del mese. Nessun caso riscontrato negli altri piccoli allevamenti

Dall’inizio dell’anno nella riserva del Pian di Spagna sono avvenuti 41 prelievi di cervi e di 5 di cinghiali.

La popolazione di ungulati che frequenta la riserva altolariana rasentava ormai i 400 esemplari e il piano concordato con la Regione prevede un prelievo complessivo di 210 capi giovani entro l’anno di età e quelli menomati, in tre anni. Senza dimenticare il prelievo di 5 capi di cinghiali:di questi, tra l’altro, 4 erano femmine gravide con ben 17 feti.

E scattta l’emergenza aviaria: dopo il focolaio al Pian di Spagna su tutto il territorio provinciale scattano le misure per contrastare l’influenza portata dai volatili selvatici e domestici.

Dopo avere riscontrato due decessi che sono stati causati dall’aviaria e, quindi, dopo il conseguente abbattimento di sessanta esemplari di pollame e avifauna in un allevamento a Nigolo sul confine delle provincie di Sondrio e Como, nel Pian di Spagna, il direttore generale di Ats, Raffaello Stradoni, ha inviato una lettera a tutti i Comuni, Provincia, Comunità montane, corpo forestale, Comprensori di caccia e Cras (Centro di Recupero per Animali Selvatici) per applicare da subito e almeno sino 31 marzo le misure preventive previste della legge.

Ats, in ogni caso, assicura di avere controllato tutti agli altri piccoli allevamenti del territorio senza riscontrare altri casi di aviaria.

«Contagio da contenere»

È indubbio però che l’allarme sia scattato,in maniera particolare nelle zone vicine al focolaio, cioè Dubino, Piantedo e la Valchiavenna e anche nelle aree dove non ci sono focolai ora sono soggette a restrizioni «e si evidenzia l’importanza del rispetto delle regole al fine di contenere la diffusione del virus ad alta patogenicità H5N1» spiegano a questo proposito da Ats.

Il comune di Talamona ha provveduto immediatamente a diffondere le note sanitarie che sono arrivate.

L’importanza del controllo sanitario per questa malattia, infatti, non è legata solamente a un problema di sanità degli animali, ma anche di sanità pubblica: il virus, infatti, può infettare anche altre specie animali.

Variazioni della produzione

L’infezione per l’uomo è rara, ma comunque può avvenire in seguito a contatti diretti con animali infetti,loro escrementi o secrezioni dalle vie respiratorie o dagli occhi. Allo stato attuale il virus dell’aviaria, va in ogni caso sottolineato, non ha mostrato la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.

Le disposizioni di Ats in materia che devono essere rispettate dicono che per tutte le specie avicole, i proprietari e i detentori degli animali devono segnalare all’autorità competente gli aumenti della mortalità e qualsiasi variazione riscontrata nella produzione, in particolare per quanto riguarda i consumi di mangime e acqua e la deposizione delle uova.

Non solo: è stata poi sospesa la pratica di utilizzo dei richiami vivi dei volatili appartenenti agli ordini degli Anseriformi e Caradriformi, così come è sospeso il rilascio per il ripopolamento di selvaggina da penna.

É anche disposta la chiusura del pollame e dei volatili in cattività degli allevamenti all’aperto, compreso il settore rurale e gli allevamenti non commerciali.

Stop anche alle fiere, mostre e mercati di volatili nel territorio delle zone a rischio. «Gli animali morti, utilizzando appropriate misure di biosicurezza, ivi compreso l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale- precisano ancora da Ats nella nota - possono essere raccolti in loco e stoccati in sacchi di plastica in attesa della loro consegna».

Per chi va a caccia

I cacciatori, inoltre, devono riservare all’esclusivo utilizzo venatorio sia il vestiario sia le attrezzature che vengono normalmente utilizzate per la caccia e devono disinfettare accuratamente stivali e superfici che sono venute a contatto con volatili selvatici abbattuti, in particolare anatidi (vale a dire gli uccelli acquatici migratori).

L’indicazione che arriva è quella di smaltire correttamente le parti di selvaggina che non vengono utilizzate (incluse, di conseguenza, anche penne e piume) evitando accuratamente ogni possibile contatto sia con animali domestici (e quindi cani,gatti,pollame e suini) sia con quelli selvatici.
S.Ghe.

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