Caso Mingarelli, la Procura:

«Sono state svolte
indagini approfondite»

l procuratore Antonelli dopo la riapertura dell’inchiesta sulla morte del trentenne comasco

«Le indagini sono state condotte in modo approfondito, anzi di più. E dal momento che, ad occuparsene, è stato il procuratore Claudio Gittardi in prima persona, salva la fase iniziale posta in capo all’allora sostituto Antonio Cristillo, ho ragione di ritenere che ogni dettaglio sia stato considerato e ogni aspetto esplorato».

A sottolinearlo è Elvira Antonelli, procuratore della Repubblica facente funzioni presso il Tribunale di Sondrio, che ieri ha visto riapprodare sulla propria scrivania il poderoso fascicolo relativo alle indagini sulla morte di Mattia Mingarelli, 30 anni, di Albavilla, in provincia di Como, scomparso ai Barchi di Chiesa in Valmalenco il 7 dicembre 2018 e ritrovato cadavere, in un bosco situato poche centinaia di metri sotto la baita dove soggiornava, data in affitto da dieci anni ai suoi genitori.

«Il fascicolo è appena tornato in Procura e non ho ancora esaminato gli atti - dice il procuratore incaricato -, ma credo mi ci vorrà almeno una settimana per riprendere in mano il tutto e decidere a chi affidare il supplemento di indagini. Potrebbe anche darsi che lo stesso procuratore Gittardi avesse indicato un possibile delegato, cosa però che in questo momento non so. Tra l’altro, non mi sono mai occupata, in passato, direttamente del caso Mingarelli, anche se ne ho sempre sentito parlare, per cui ho bisogno di un po’ di tempo per entrare nella materia».

Si tratterà di conoscere, dapprima, le motivazioni che hanno spinto Pietro Della Pona, giudice per le indagini preliminari, ad accogliere l’istanza di opposizione all’archiviazione presentata dalla famiglia Mingarelli, e poi valutare il da farsi.

Anche se il procuratore incaricato Antonelli esclude buchi investigativi «in ragione della perizia, dell’attenzione al dettaglio, dell’esperienza investigativa propri del mio predecessore - dice -. Tutt’al più, possono esservi delle interpretazioni diverse di dati, di elementi già raccolti. Potrebbe essere che la difesa della famiglia Mingarelli abbia sollevato eccezioni in ragione di un’interpretazione diversa di elementi esaminati. Una questione di angolature, dalle quali si osservano fatti e dati, magari alternative rispetto a quelle sposate dalla Procura e sulle quali il giudice invita a un approfondimento».

Per il quale, come annunciato, ci sono sei mesi di tempo. E c’è da credere che i famigliari della vittima, mamma Monica, papà Luca, le sorelle Elisa e Chiara Mingarelli, non molleranno l’osso neppure un istante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA