Casi a St. Moritz,

timori in Valchiavenna

Sono 500 tra ospiti di alberghi e dipendenti le persone in quarantena dopo la scoperta di 12 contagi

Ben 3.200 persone si sono già sottoposte al test del coronavirus, ieri, a St. Moritz. La campagna promossa dal governo grigionese dopo la scoperta di almeno dodici casi di contagi di dipendenti del settore alberghiero con la variante sudafricana del virus è partita con una notevole rapidità.

La quarantena di ospiti (oltre 100) e lavoratori (più di 400) nei due alberghi di lusso è proseguita dopo i tamponi, così come la chiusura delle scuole, delle lezioni di sci e l’obbligo di portare la mascherina su tutto il territorio comunale. I test per la popolazione proseguiranno oggi e per avere i risultati ci vorranno un paio di giorni.

Non è nota l’identità delle dodici persone infette, anche se considerata la percentuale elevata di frontalieri, tutto lascia pensare che tra di loro ci siano anche lavoratori della Valchiavenna. «I dodici casi sono emersi e sono stati segnalati al Cantone perché gli albergatori hanno preso sul serio il loro compito e da mesi testano regolarmente e a loro spese, il personale - ha spiegato alla RSI il sindaco di St. Moritz Christian Jenny -. Questa responsabilità ha permesso di trovare i casi e di prendere subito le misure necessarie».

Intanto il governo di Coira ha prolungato l’autorizzazione per l’esercizio dei comprensori sciistici fino alle 24 di domenica 28 febbraio. A questa decisione hanno contribuito la strategia di test globale e la valutazione della situazione epidemiologica nel Cantone dei Grigioni.

Gli indicatori, secondo l’esecutivo di Coira, dimostrano che la situazione è migliorata. I test ripetuti risultano efficaci e il numero di persone che si trovano in isolamento è nuovamente sceso. Tuttavia la situazione per quanto riguarda il numero di posti liberi nei reparti di cure intense rimane critica. Le attività sportive invernali al momento però non gravano particolarmente sui reparti di cure intense. Il governo è invece preoccupato per il focolaio della nuova variante di coronavirus individuato in Engadina Alta. La situazione e i risultati delle campagne di test in corso vengono seguiti con grande attenzione.

In Valchiavenna il timore di dovere fare i conti con le conseguenze di queste novità è evidente. Non sono moltissimi, considerato lo stop dell’edilizia e la chiusura dei ristoranti, i lavoratori che ogni giorno attraversano il confine di Castasegna, ma con la diffusione di questa variante del virus più contagiosa, c’è spazio per qualche preoccupazione in più.

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