Cantù, l’assassino al 112

«Ho fatto una sciocchezza»

È stato rintracciato vicino all’ospedale. Ha ammesso tutto subito. Già recuperato il coltello

«Ho compiuto una sciocchezza». Così Massimiliano Bellugi, 40 anni, si è consegnato ai Carabinieri che già sulle sue tracce lo hanno sorpreso all’altezza dell’ospedale di Cantù ancora prigioniero di quei pensieri che lo avevano portato ad ammazzare a coltellate la mamma della sua compagna, Celestina Castiglia, 79 anni.

Con indosso i vestiti sporchi di sangue, l’uomo si era allontano da casa, una villetta bifamiliare in via Cartesio, a pochi passi dalle scuole “Turati” di Vighizzolo, teatro dell’omicidio da lui commesso nella mattinata di ieri, e dove, in cucina, è stato ritrovato il coltello.

Sul posto, invece, si è subito precipitata la sua compagna e figlia della vittima, Sonia Cristofaro.

Seguita un’ora dopo dall’arrivo del fratello Roberto che in lacrime non voleva arrendersi alla realtà.

Entrambi storditi da una chiamata a cui faticavano a credere, sono entrati nell’abitazione, una volta su un unico piano, quello terra dove ancora oggi vive la pensionata, ma a cui poi ne sono stati aggiunti altri due, facendo spazio alla famiglia che si è andata formando negli anni, fino a ospitare il gatto, i due cani, il nipotino e il secondo compagno della figlia.

Una convivenza che si è andata facendo sempre più difficile nel tempo. Ne sono testimonianza i ripetuti scontri verbali tra Massimiliano e “Tina” che scoppiavano per i più futili motivi fino alla richiesta avanzata dall’uomo di allontanare la “suocera” da casa.

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