Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 26 Luglio 2013
“Benessere nascosto”
Un nero da 3 milioni
La denuncia di Confartigianato per il settore
«Irregolare il 10% delle attività di benessere»
E per le famiglie un costo nascosto di 40 euro
Per sottoporsi a una ceretta dall’estetista ci vogliono tra i 25 e i 30 euro, mentre se è un estetista a farla ma tra le mura domestiche si spendono al massimo 15 euro. La messa in piega dal parrucchiere? 18 euro. Fatta in casa costa la metà.
Un “benessere nascosto” che in provincia di Sondrio si traduce in un giro d’affari sommerso, nascosto al Fisco, di tre milioni e trecentomila euro. Sempre in soldoni, un costo alla collettività che si traduce per ogni famiglia in un conto reale di 42,4 euro all’anno.
Il sommerso è più diffuso di quanto si creda: in media in provincia raggiunge un picco del 10,8% delle attività lecite esattamente come la media regionale: un operatore abusivo ogni dieci con regolare licenza di attività.
A suonare il campanello d’allarme è Confartigianato Sondrio che punta l’indice sul fenomeno dilagante in provincia dell’abusivismo nelle attività artigiane del settore servizi alla persona, estetisti, barbieri e parrucchieri.
In larga parte si tratta «di casalinghe oppure di studenti che hanno appena terminato la scuola, ma anche di dipendenti che cercano, così facendo, di arrotondare, o di professionisti che magari hanno perso il lavoro» ha spiegato Paola Triangeli, presidente della categoria Parrucchieri ed estetisti di Confartigianato Imprese di Sondrio.
Sta di fatto che la concorrenza sleale in Valtellina e Valchiavenna ha un impatto devastante sull’intero sistema dei piccoli operatori. Un dato a sei cifre allarmante, come emerge dal Focus rielaborato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia presentato ieri e commentato dal numero uno della categoria.
«La nostra preoccupazione è alta – ha detto il presidente Gionni Gritti – di fronte a questi numeri sull’abusivismo in Valtellina. Sono dati che non si possono nascondere né ignorare».
«Una piaga sociale vera e propria» ha rimarcato Triangeli snocciolando cifre con Sondrio che si trova al quinto posto tra le province lombarde con un 10,8% di “business sommerso” - tasso pari alla media lombarda di irregolarità del lavoro per acconciature e trattamenti estetici - con tutte le conseguenze del caso.
In vetta alla classifica regionale, con la più alta percentuale di irregolarità, c’è Pavia (11,9%), seguita da Milano (11,7%) e da Lodi (11,2%), fanalino di coda Lecco con il 9%.
«Sul nostro territorio ci sono 404 imprese che operano nel settore del benessere – ha spiegato Triangeli -, di questi 318 sono parrucchieri e barbieri, i restanti centri estetici, che danno da lavorare a 817 addetti» con una spesa annuale totale delle famiglie valtellinesi «per acconciature ed estetica di 30milioni e 400mila».
Il calcolo è presto fatto ammontando il giro d’affari abusivo al 10,8%: «Tre milioni e trecentomila euro scompaiono nelle casse di chi abusivamente pratica questa professione, prendendosi solo gli onori e non gli oneri». Senza versare cioè alcun contributo previdenziale, senza pagare tasse, «gravando sulle tasche di ogni famiglia per oltre 40 euro l’anno» a causa di operatori invisibili che svolgono la propria attività in appartamenti privati oppure direttamente nel domicilio del cliente.
«Un fenomeno che a causa della crisi appare in crescita» l’osservazione della presidente di categoria.
Secondo lo studio di Confartigianato Lombardia emerge anche nella nostra provincia si osserva la flessione più accentuata di imprese del settore benessere gestite da stranieri pari a un meno 17,6% e un calo prossimo allo zero – 0,4% - per il totale delle imprese. n
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