Australia devastata, dalla Valle marsupi per i koala feriti

Cucite borse per gli animali in difficoltà che adesso si trovano ospitati nei centri di recupero. L’idea è piaciuta a Parco Orobie e “Tessuti di Sondrio”.

Dall’idea alla messa in pratica, come sempre quando di mezzo c’è il cuore, non è passato molto tempo. Ma poche ore. Davvero contagiosa la proposta lanciata dalla biologa Ileana Romina Negri - instancabile e appassionata responsabile dell’aula didattica del Parco Orobie Valtellinesi - che ha raccolto al volo l’appello lanciato in rete per aiutare canguri, wallaby e koala, spodestati dai loro territori devastati dagli incendi e ora ospitati nei centri di recupero in Australia: «Cuciremo marsupi night and day, o se volete dei sacchetti per i più piccoli. On line forniscono tutto: cartamodelli e indicazioni... dobbiamo solo fare gruppo. Ci state?».E non poteva che essere un “gasatissimo” sì quello che Ileana ha ricevuto dalle donne con cui il venerdì condivide la sessione di cucito creativo che si tiene nell’aula del Parco delle Orobie ad Albosaggia. Anna, Francesca, Daniela e Antonia si sono messe a disposizione per quel progetto così interessante. Ma serviva della stoffa. Un cotone 100% che fosse resistente. Le vecchie lenzuola di casa non potevano quindi servire allo scopo: in pochi lavaggi (i “marsupi” devono essere cambiati spesso) si sarebbero “disintegrate”.

A risolvere il problema della “materia prima” ci ha pensato Arnaldo Galli dei “Tessuti di Sondrio”, storica industria sondriese, eccellenza del made in Italy, il cui cotone (e non solo) finisce ai brand più “in” dell’alta moda. Disponibilissimo come sempre, dopo aver condiviso l’idea con il suo referente, si è rimboccato le maniche e ha recuperato metri e metri di tessuto.

Ileana Romina Negri, nel frattempo ha scaricato on line tutti i cartamodelli forniti direttamente dall’Animal Rescue Craft Guild a cui il gruppo di Sondrio si è iscritto. «A quel punto abbiamo srotolato sui tavoloni le stoffe che ci hanno donato e ci siamo messe al lavoro. Possiamo dire che è stata una sorta di catena di montaggio: chi disegnava e ritagliava, chi assemblava dritti e rovesci di stoffe, chi si è messo alla macchina per cucire e chi invece rifiniva il tutto». Restava il problema di trovare un “canale” per inviare i marsupi a destinazione. Almeno le prime “bags” perchè in futuro - se Animal rescue indicherà ulteriori forniture - l’idea è quella di aprire un “ponte” ufficiale, in modo da evitare problemi di dogana e dazi.

«Mentre cucivamo abbiamo fatto un giro di telefonate e abbiamo rintracciato un cittadino australiano che si è innamorato dalle Valtellina: Robert Scherini. In questi giorni il signor Robert è proprio in Italia, ma sta per rientrare a casa. Subito contattato si è detto ben felice di aiutarci. Oggi (ieri per chi legge), Animal rescue Collective ha stoppato la fornitura di merce dai vari punti sparsi in tutto il mondo in attesa che venga fatta la contabilità di quanto ricevuto. La prossima fornitura sarà quindi in base alle loro esigenze. C’è chi sta preparando “nidi”, ovvero piccoli cestini all’uncinetto, o piccole federe dove vengono messi gli animali più piccini.- Sono piccoli gesti che ci rendono più vicine a questa drammatica situazione: animali costretti a subire l’inferno. Ma per fortuna ci sono persone che si dedicano ad alleviare le loro sofferenze ed è a loro che vogliamo essere utili. E più si è meglio è».

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